Cultura e Spettacolo
a cura di Mario Mainino

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Teatro Moderno - Vigevano

Tempo Moderno... Atto Terzo, la Stagione Teatrale 2010/2011


Associazione Culturale Il Mosaico
Teatro Moderno, Via S.Pio V 8
27029 Vigevano (PV)
Cell. 348 1127776
info@teatroilmosaico.it
www.teatroilmosaico.it
www.gliantinati.it



Compagnia Teatrale Gli Anti Nati - Vigevano

Compagnia Teatrale Il Mosaico - Vigevano


Segue il programma per la stagione 2010/2011 del Teatro:

 

Presentazione della stagione

La presentazione della stagione del Teatro Moderno al Teatro Cagnoni


 
Ottobre 2010

Sabato 16 ottobre 2010_10_16 alle ore 21.00
Domenica 17 ottobre 2010_10_17 alle ore 16.00
Compagnia Teatrale Il Mosaico-Gli Anti Nati di Vigevano (PV)
“LA LUNA DEGLI ATTORI”
commedia brillantissima in due atti di Ken Ludwig
regia di Gian Marco Marenghi

I PERSONAGGI GLI INTERPRETI
George Hay Roberto Puddu
Zia Molly Stefania Benassi
Charlotte Hay Eleonora Cattaneo
Rosalind Hay Valentina Summa
Howard Marco Cattaneo
Eileen Chiara Capelletti
Paul Michele Bianchi
Richard Siro Salvadeo
Personaggi del Cyrano Alessandro Zago
 

LO SPETTACOLO
Buffalo, 1953. George e Charlotte Hay, con la loro compagnia teatrale, sbarcano il lunario rappresentando commedie di repertorio in giro per l'America. La grande occasione sembra arrivare a Buffalo: una telefonata annuncia che il regista hollywoodiano Frank Capra, in cerca di protagonisti per il suo nuovo film, verrà ad assistere alla loro messinscena pomeridiana.
Ma un intrallazzo amoroso di George, scoperto dalla moglie, manda in crisi il sodalizio artistico e coniugale della coppia proprio a poche ore dal grande evento.
Riuscirà la sgangherata compagnia a sistemare tutto in tempo e a non perdere il treno per la gloria?
Tra zie sorde come campane, avvocati seduttori, meteorologi imbranati, attricette furbacchiotte e litri di whisky, quel che Roz, Paul, Charlotte e George metteranno in scena davanti a Frank Capra e al pubblico in sala sarà... unico! E, fortunatamente, irripetibile.
E' il disastro? Forse no...

NOTE DI REGIA
La luna degli Attori nasconde, sotto l'arguzia di dialoghi salaci e la piacevolezza di una commedia brillante di stile, una dichiarata apologia del teatro e dei teatranti. Un testo autoreferenziale, in cui il sogetto è preso a pretesto per suggellare a voce alta, fra attori e pubblico, il patto più schietto e sincero: noi siamo qui per voi! In Attori spesso i due capocomici si affrontano, e affrontano gli altri personaggi, con autentiche dichiarazioni d'amore verso il palcoscenico: basti ascoltare la tirata finale cli George a Charlotte o le frequenti schermaglie fra Paul e Roz.
Del teatro non ci si può liberare, quando entra nel sangue - per fortuna - non esiste antidoto. Prende la nostra anima, ma ci dà in cambio la sua. Piena di storie e di Storia, di amori e di Amore. E di Vita, vissuta e da vivere. Cambiando panni, gesti, voce. Ma sempre con lo stesso cuore e sempre, miracolosamente, pieno. Sempre promesso al pubblico, prova dopo prova.
E sempre gioiosamente offerto, sera dopo sera, mentre il sipario, straordinario complice e guardiano del nostro Mondo Incantato, si fa da parte ancora una volta e lascia il mondo, giù dal palco, entrare.

L’AUTORE
Ken Ludwig è nato a York, in Pennsylvania, nel 1950. Avvocato esperto in Leggi Internazionali, è autore di cinema e di teatro. Alcune sue commedie sono state prodotte in tutto il mondo. “Cercasi Tenore” (Lend Me a Tenor) è stato rappresentato a Broadway per 14 mesi di fila ed ha vinto numerosi premi, due Tony, quattro Drama Desk, e tre Outer Critics Circle, con una versione cinematografica di successo.
Ha scritto uno dei più bei musical mai visti, “Crazy For You”, che ha vinto il premio Tony come miglior musical nel 1992, con musiche di Gershwin.
Tra le altre sue commedie, ricordiamo “Sullivan & Gilbert”, votata miglior spettacolo del 1988 dai critici di Ottawa.
“La luna degli attori” (Moon Over Buffalo) ha debuttato con grande successo al Martin Beck Theatre di Broadway nel luglio 1995, è stata rappresentata per circa un anno, poi, tradotta in molte lingue, ha avuto numerose produzioni in tutto il mondo. In Italia è stata presentata dalla Compagnia Proclemer-Albertazzi.

Novembre 2010

Sabato 6 novembre 2010_11_06 – ore 21.00
Compagnia Filodrammatica Gallaratese di Gallarate (VA)
“Natale in casa Cupiello”
commedia in tre atti
di EDUARDO DE FILIPPO

Personaggi e interpreti in ordine d’apparizione:

Concetta ANNAMARIA MELCHIORI
Luca Cupiello GIOVANNI MELCHIORI
Tommaso Cupiello VINCENZO D’ALESIO
Pasquale Cupiello MARIO RICCARDI
Ninuccia Cupiello MARILENA SPAGNUOLO
Nicola Percuoco CARLO COZZOLINO
Portinaio (Raffaele) ERNESTO SORRENTINO
Vittorio Elia MARIANO MANGANELLA
Carmela ANNAMARIA PAUCIULLO
Olga Pastorelli PAOLA CAPOMAZZA
Maria VERONICA LEO
Rita MARIELLA LAMONICA
Alberto PINO LATELLA
Luigi Pastorelli GAETANO NICOLELLA
Dottore LORENZO CIRINA’

Assistenti di scena:
Cristina Sindoni, Anna Lamonica e Guido Melchiori

REGIA di GIOVANNI MELCHIORI
www.cfg-teatrale.it
cfg-teatrale@gmail.com

Luca Cupiello, come ogni Natale, prepara il presepe, fra il disinteresse della moglie Concetta e del figlio Tommasino, che con dispetto gli ripete che a lui il presepe non piace. Ci sono poi i continui litigi tra il fratello Pasqualino e Tommasino, entrambi con il tic del furto. Ninuccia, l’altra figlia, ha deciso di lasciare il marito Nicolino per l’amante Vittorio, e di scrivere una lettera d’addio. Concetta, disperata, riesce a farsela consegnare. La missiva capita però nelle mani di Luca che, ignaro di tutto, la consegna al genero, il quale viene così a sapere del tradimento della moglie. Durante il pranzo della vigilia di Natale, i due rivali, trovatisi di fronte, sempre per la sbadataggine di Luca, si scontrano violentemente. Nicolino abbandona Ninuccia e Luca, resosi improvvisamente conto della situazione, cade in uno stato d’incoscienza. Nel delirio finale, Luca scambia Vittorio per Nicolino e fa riconciliare involontariamente i due amanti. E Tommasino gli dirà finalmente che il presepe gli piace.

Natale in casa Cupiello, con le sue sfumature comiche, grottesche e farsesche, analizza la tematica dell’incomunicabilità e dei contrasti familiari presentando un dramma fortemente realistico.
E' sicuramente una delle commedie più rappresentative di Eduardo e di quella mentalità che solo una città come Napoli può offrire. Luca Cupiello, il protagonista della commedia, è proprio uno di questi personaggi, semplici ma dignitosi: ingenuo per natura, egli vive in un mondo tutto suo, quasi fanciullesco ed immune dai problemi, piccoli o grandi, che la vita presenta ogni giorno. La sua più grande preoccupazione è infatti quella di terminare il presepio in tempo per il giorno di Natale e nulla o nessuno può distoglierlo da questa occupazione. Appare, quindi, forte ed evidente il contrasto tra il candido ed ingenuo comportamento di Luca e la scaltrezza ed il senso di responsabilità con cui la moglie Concetta si addossa tutti i problemi che affliggono la famiglia.
La moglie, i figli, il fratello contribuiscono a creare intorno a Luca un sottile velo che distorce la realtà mantenendolo all’oscuro di tutto ciò che avviene in casa.
Quando, per una fatalità, si spezzerà il fragile velo che lo protegge, Luca si troverà, inerme e senza difese, di fronte all’inesorabile e spietata realtà della vita.
 

CGF GALLARATESE
Correva l’Anno Domini 1996, quando 5 giovani Gallaratesi (soltanto d’adozione) di belle speranze… D’accoro, d’accordo chi abbia già assistito anche ad uno solo dei loro spettacoli ed abbia un po’ di dimestichezza con la matematica obietterà che, all’epoca, i nostri eroi avevano già abbondantemente passato i “venti” ed, in alcuni casi, già compiuto i fatidici “anta”, ma abbiamo provato a far colpo con un’introduzione, come dire? Un po’ teatrale…….

Dunque, accantoniamo le carte d’identità, e ritorniamo alle imprese del nostro gruppetto di padri fondatori della Compagnia e cioè: Lorenzo Cirinà, “The Melchiori Brothers”: Giovanni e Annamaria, Mario Riccardi e Vincenzo D’Alesio. Essa si distinse subito per il suo spirito d’iniziativa e la sua capacità progettuale. Tant’è vero che, tra una serata in pizzeria e la proverbiale “tazzulell ’e cafè” sorbita ora a casa dell’uno, ora a casa dell’altro, presero forma, appunto 13 anni orsono, i contorni dell’operazione “Filodrammatica Gallaratese”. Agli esperti di storia locale questo nome non sarà risultato nuovo; ed infatti, l’idea dei protagonisti della nostra storia prevedeva l’esplicito omaggio alla memoria della “Libera Filodrammatica Gallaratese”, nata nel 1920 e scioltasi dopo soli due anni,con l’avvento del fascismo.

La nascita della nostra Compagnia (arricchitasi, nel frattempo, di numerosi altri elementi, sì da contare, attualmente, circa trenta componenti) non va però letta come un puro e semplice tentativo di “Amarcord” giacché i suoi fondatori si sono, fin dall’inizio, prefissati un obiettivo piuttosto particolare e, se vogliamo, ambizioso: portare cioè sui palcoscenici del nord Italia il teatro napoletano, rappresentando testi che spaziano da quelli classici di De Filippo a quelli di autori minori quali Fayad, De Santis, Canzano, Di Maio. Per rendere pienamente fruibile, anche dal pubblico lombardo, il suo ricco repertorio, la filodrammatica ha, da subito, optato per una sorta di “bilinguismo”: alcune rappresentazioni (su richiesta) vedono gli attori recitare in vernacolo, per accontentare gli amanti di questo splendido dialetto ed anche per valorizzare le radici partenopee di gran parte del cast; altri spettacoli, e sono i più numerosi, sono invece proposti in italiano, sia pur colorito e caratterizzato da alcune espressioni dialettali comprensibili a tutte le latitudini e dall’inflessione decisamente napoletana degli attori.

Questi siamo noi, pieni di entusiasmo, animati dal sacro fuoco dell’arte, desiderosi di offrire al nostro pubblico occasioni culturali e di divertimento e di tenere viva e fare apprezzare la tradizione teatrale della nostra ineguagliabile città.

Sabato 20 novembre 2010_11_20 – ore 21.00
Compagnia Armathan di Verona
“Il nudo e la nuda”
commedia brillante di Sami Fayad

Regia di Marco Cantieri
Un uomo d’affari sempre in viaggio con amanti in ogni città. La moglie un po’ svitata, o almeno così sembra. Il cognato, imbranato penalista tutto casa e chiesa. Un losco figuro armato di pistola alla ricerca della “roba”. Un professore d’astronomia che da sessant’anni aspetta di scoprire la sua cometa. Due pezzi di figliola, ma… caspita, sono bambole! Una vedova petulante in cerca di lavoro. Uno zio scienziato pazzo che torna improvvisamente.
La vita sembrava scorrere normalmente per Attilio e sua moglie Letizia, fra le corna che la poveretta a sua insaputa da tempo portava e l’ipocrisia di un rapporto inesistente, quando, ad un tratto, il ritorno inaspettato dello zio provoca un cataclisma. Tutti gli ingredienti finiscono shakerati nel frullatore della comicità creando un vortice di equivoci e situazioni esilaranti che lieviteranno in maniera debordante fino al momento della cottura finale: una sfornata ricca di gags e risate e la miracolosa ed imprevedibile soluzione dell’ingarbugliata vicenda.
 

Note di Regia
Leggere questo testo ed assaporarne il gusto è stato assai piacevole!
Sicuramente questa commedia non appartiene alla produzione più conosciuta dell’autore napoletano e non è fra le più rappresentate. Ma presenta un’architettura drammaturgica eccellente ed un ventaglio di personaggi molto stimolanti dal punto di vista interpretativo.
La ricerca creativa di situazioni che si muovano armoniosamente fra parola e azione è stato il nostro fondamentale lavoro: questo, secondo uno stile che ormai contraddistingue il nostro far teatro.
La presenza di un sottotesto importantissimo mi ha spinto ad un totale lavoro di valorizzazione dello stesso. E’ stato un impegnativo banco di prova per gli attori che desiderano fortemente creare e non copiare ciò che il regista propone.
La scenografia, del tutto funzionale alla messa in scena, rispecchia nel gioco cromatico l’irrealtà di una farsa che, in fondo, risulta una visione metaforica della realtà.
Colpiti quotidianamente da una comicità che fa della battuta il suo punto di forza, trovare e valorizzare una comicità di situazione, che ha nella tradizione partenopea le sue radici, è sempre e comunque una sfida interessantissima.


Nel 2010 Premio come Miglior Regia a Marco Cantieri e come Miglior Attore non protagonista ad Edoardo Peduto al 6° Festival Nazionale "Stalattite d'Oro" con lo spettacolo "Il nudo e la nuda"

Dicembre 2010

In attesa dell'ormai tradizionale Spettacolo di Capodanno che, all'interno della Stagione del Teatro Moderno, chiuderà il 2010 con improvvisazioni e ricco buffet dopo lo spettacolo, ci fa piacere comunicare che l'Associazione Culturale Il Mosaico, con la sua Compagnia Teatrale Il Mosaico-Gli Anti Nati, ha ottenuto un altro brillante successo nel 7° Concorso Nazionale di Teatro "Premio Comune di Vimodrone" a Vimodrone (MI). Presentando uno dei suoi principali cavalli di battaglia, "Il servitore di due padroni" di Carlo Goldoni,

ha ottenuto il premio come Miglior Spettacolo e Gian Marco Marenghi, con il suo straordinario Arlecchino, è risultato il Miglior Attore della manifestazione.

Queste sono state le motivazioni della giuria tecnica: Miglior spettacolo: "La sfida con un classico spettacolo del Piccolo Teaatro di Milano è stata vinta grazie ad un accurato lavoro sull'affiatamento e la caratterizzazione dei personaggi. La scenografia scarna ma funzionale è controbilanciata dalla ricerca attenta di costumi e maschere del teatro goldoniano. La compagnia e lo spettacolo hanno il grande merito di aver reso godibile e vivo per un pubblico popolare un patrimonio italiano e misconosciuto rappresentato dalla Commedia dell'Arte." Miglior attore: "Evitando il confronto improbo con gli Arlecchini delle edizioni strehleriane, Gian Marco Marenghi ha costruito un Arlecchino originale, un "agile paciarotto", sopratutto di buon senso. Il servitore di due padroni si rivela, così, un curioso doppio padrone del capolavoro goldoniano: dell'ingranaggio scenico e della morale popolare della favola."

CAST COMPLETO (in ordine di apparizione)

I PERSONAGGI GLI INTERPRETI

SMERALDINA Valentina Summa
MIRANDOLINA Stefania Benassi
CLARICE Elisa Piras
SILVIO Michele Bianchi
PANTALONE Siro Salvadeo
DOTTOR LOMBARDI Roberto Puddu
BRIGHELLA Fabrizio Orlandini
ARLECCHINO Gian Marco Marenghi
FEDERIGO/BEATRICE RASPONI Daniela Colombi
CAVALIERE DI RIPAFRATTA Marco Cattaneo
FLORINDO ARETUSI Pietro Gabba



Riconoscimenti
• 19 dicembre 2010 – 7° Premio “Città di Vimodrone” - Auditorium San Remigio - Vimodrone (MI)
Premio miglior spettacolo, Premio miglior attore protagonista (Gian Marco Marenghi)
• 25 novembre 2006 – 11° Festival Nazionale di Teatro “Città dei Fiori” - Teatro Pacini - Pescia (PT)
Premio miglior attore protagonista (Gian Marco Marenghi)
• 15 marzo 2005 – Rassegna Itinerante F.I.T.A. Lombardia 2004-2005
Premio miglior attore protagonista (Gian Marco Marenghi)

 

Spettacolo di Capodanno all'interno della stagione del Teatro Moderno di Vigevano organizzata dall'Associazione Culturale Il Mosaico.

Con ancora nell'aria l'eco delle note del Concerto di Natale che ha fatto registrare l'ennesimo esaurito di questo inizio di stagione al Teatro Moderno, l'Associazione Culturale Il Mosaico presenta la sua Compagnia Il Mosaico-Gli Anti Nati in

"Improvvisa... mente il 2011 - Inventiamo il Capodanno".

In questa edizione dell'ormai tradizionale appuntamento di San Silvestro, sarà il pubblico a decidere cosa vuole vedere: quale genere, quale storia, quanti attori, dove ambientare la scena e tutto quanto fa... improvvisazione.
Un Capodanno ancora una volta originale e innovativo, da vivere all'insegna del teatro, del divertimento e delle canzoni dal vivo che faranno da accompagnamento alle invenzioni degli attori. Poi, a mezzanotte, brindisi e il solito ricco buffet!!!
Si inizia alle 22.00!!!


 

Gennaio 2011

Sabato 22 gennaio 2011-01_22 ore 21.00

Dopo il grande successo dello Spettacolo di Capodanno, la Stagione del Teatro Moderno riprende il suo cammino abituale con una frizzante parodia di William Shakespeare:

 "Giulietta e Romeo... molto rumore per nulla"
a cura della Compagnia L'Arsenale delle Apparizioni di Asti.

parodia in due atti
diretta da Fabio Fassio

personaggi ed interpreti
MONTECCHIO Antonio Muraca
BENVOLIO Massimiliano Porzio
ROMEO Stefano Orlando
CAPULETO Dario Cirelli
PARIDE Mirko Serpentino
MONNA CAPULETI Simona Secoli
BALIA Patrizia Camatel
GIULIETTA Chiara Magliano
MERCUZIO Matteo Campagnoli
TEBALDO Massimo Barbero
FRATE LORENZO Lucio Bosco
FRATE GIOVANNI E CUPIDO Marco Elli

SCENE Francesco Fassone
LUCI Marco Burgher
COSTUMI Laboratorio Stilistico Vezza
PRODUZIONE Teatro degli acerbi

L'Arsenale delle Apparizioni è l'emanazione della Compagnia degli Acerbi, passata al professionismo da qualche anno e, pur rimanendo formalmente in ambito amatoriale, ha mantenuto la "professionalità" e la cura negli allestimenti e nella formazione degli attori che contraddistinguevano il gruppo precedente.
Ne risultano spettacoli di grande suggestione, coinvolgimento e sostanza nei contenuti anche in contesti divertenti come quello di "Giulietta e Romeo".
La parodia ridicolizza, è vero, i temi portanti del dramma originale (l’adolescenza non ascoltata, l’onore come giustificazione della violenza, la prevaricazione e il sopruso come strumento di potere), ma riuscendo a sottolinearli e a farli venire in primo piano, non a nasconderli.
Già la scorsa Stagione un'altra parodia Shakespeariana ("Tutto Shakespeare" della Compagnia Ronzinante) era stato uno degli spettacoli migliori e più apprezzati dal pubblico.
Vi allego la presentazione della Compagnia e dello spettacolo più alcune foto di scena.
Sipario alle ore 21.00.

NOTE DI REGIA

Dopo il loro battesimo nel 1999 con “Il mistero baule di Mary Shakespeare” e il grande successo della commedia musicale “Amleto in salsa piccante” al quinto anno di repliche nazionali, gli Acerbi proseguono il filone parodistico shakespeariano con un allestimento suggestivo, corale e allegro.
Una parodia classica che conserva in se, amplificandoli, i temi del bardo di Stratford e che si propone di accentuarne altri ridicolizzandoli: l’adolescenza non ascoltata, l’onore come giustificazione della violenza, la prevaricazione e il sopruso come strumento di potere.
Nell’ambientazione evocativa e oscura di una Verona ridotta in macerie si compie il dramma sdrammatizzato delle due famiglie rivali mentre i temi d’amore sono accompagnati da un grottesco Cupido svolazzante.
Le situazioni comiche si stemperano nella poesia dei dialoghi shakespeariani per poi essere ribaltate da imprevisti colpi di scena.
Giulietta è una smaliziata adolescente con un padre tiranno e una madre svampita, Romeo, funereo e triste viene usato come cavia per le potenti droghe di un frate negromante. (autentico deus ex machina di tutta la vicenda).
In un clima di baruffe continue la vicenda dei due innamorati viene contrappuntata da una balia impicciona, un Mercuzio giullare, un Benvolio logorroico: così i morti restano perennemente in agonia, le pozioni non funzionano, gli innamorati disamorano, e alla fine non è la morte a farla da padrona ma l’espediente, il finale a sorpresa.

La storia si racconta da se, le suggestioni si perpetuano ed il tempo scorre, inesorabile, mentre Romeo tergiversa ancora sotto un balcone abusivo giurando “per la sacra luna…” noi, impazienti, con Giulietta diciamo “Non giurare e prendi la scala…” (quella che conduce al palco di un teatro).


TRAMA

Romeo è un adolescente funereo e triste con profonde occhiaie e sempre afflitto da pene d’amore, non particolarmente brillante quando si tratta di cogliere le occasioni amorose; dal canto suo Giulietta è una smaliziata e concreta ragazzetta che si innamora dell’ingenuità del dolce babbeo e lo invita inutilmente a salire sul balcone (abusivo, ma condonato da una promessa di matrimonio tra Giulietta e l’effemminato Paride, nipote del Principe della Scala). Capi delle opposte fazioni l’iracondo e dispotico Capuleto, padre di Giulietta e l’arteriosclerotico Montecchio che prende puntualmente fischi per fiaschi aumentando in tal modo le dimensioni del baratro di incomprensioni che condurrà al dramma finale.
I due protagonisti sono attorniati da un esercito di parenti importuni e attaccabrighe: primo fra tutti l’odiato cugino di Giulietta, il focoso Tebaldo, una sorta di teppista sempre pronto alla rissa che ferisce a morte, in duello, il logorroico Mercuzio, erudito e saccente amico del pavido Romeo.
Benvolio, cugino di Romeo cercherà, senza successo, di fare da paciere, ma di fronte alle offese all’onore della sua casata sarà anch’egli coinvolto in un tourbillon di duelli, offese, controffese e controduelli che lasceranno sul campo, feriti a morte ma mai morti, Tebaldo e Mercuzio…
Autentico deus ex machina di tutta la vicenda sarà il Frate Lorenzo, alchimista e creatore di pozioni di cui egli stesso ignora gli effetti, a questo proposito suole usare come cavia il povero Giovanni, suo novizio. L’astuto frate coglie l’occasione di questo amore per cercare di appianare le rivalità fra Montecchi e Capuleti unendo i due giovani in matrimonio, ma la prima notte di nozze, per un malinteso non troppo fortuito, Romeo, in preda all’estasi mistica a causa di un funghetto che il buon frate gli ha somministrato, giace nel letto con la prosperosa e insoddisfatta balia di Giulietta vedova di ben 4 mariti e se ne innamora perdutamente. Subito dopo viene cacciato dal Principe della città a causa di una ennesima rissa nella quale non centrava per nulla essendo egli ancora preda di allucinazioni e inneggiante slogan da “figlio dei fiori”. Per riconquistare il suo amore e per non sposare Paride, su consiglio del frate, Giulietta si finge morta grazie ad un potente falso veleno (ma sarà poi tanto falso?); attraverso questo espediente lo sposo, preso dal rimorso, accorrerà alla cripta dove ella giace apparentemente morta. Intanto il frate, per far terminare le faide, ha deciso di drogare entrambe le famiglie con il magico funghetto che istilla “pace e amore” in chiunque lo mastica.
I due sposi si incontrano al cimitero e decidono di fuggire insieme in Danimarca, presso un compagno di studi di Romeo perché “C’è del marcio in Italia”, ed in particolare a Verona. Invece dei due innamorati troveranno posto, nella cripta, Tebaldo e Mercuzio, che, dopo una lunga agonia durata giorni durante i quali si trascinavano per la città annunciando la propria morte, provvidenzialmente spirano proprio al cimitero.
I due sposi se ne andranno felici e Capuleti e Montecchi, nonostante la potente droga continueranno a combattersi perpetuando la tendenza autodistruttiva del genere umano.
 

Febbraio 2011

Dopo le risate della parodia di William Shakespeare, "Giulietta e Romeo... molto rumore per nulla", la Stagione del Teatro Moderno prosegue con un altro appuntamento brillante.

Sabato 12 febbraio 2011_02_12

Rumors di Neil Simon

Rumors è una delle commedie più conosciute e rappresentate del grande commediografo americano, tipica della sua produzione, nella quale le situazioni comiche velano appena il consueto sguardo approfondito di Simon sui mali della società. In questo caso, i vizi, le debolezze e le ipocrisie della "upper class" newyorkese.
Sipario alle ore 21.00.

Marzo 2011

Sabato 19 marzo alle ore 21.00 e Domenica 20 marzo alle ore 16.00

Università per la Terza Età e il Tempo Libero di Vigevano (PV)

“La Regina in berlina”

favola brillante in rima di Sergio Tofano

 “I vestiti nuovi dell'Imperatore”

commedia brillante di Gianni Rodari (da H.C. Andersen)

 

Aprile 2011

l'Associazione Teatrale Il Mosaico, con la sua Compagnia Il Mosaico-Gli Anti Nati, debutterà con il nuovo spettacolo, Antigone di Jean Anouilh, nell'ambito della stagione del Teatro Moderno di Vigevano sabato 2 aprile (ore 21.00), replicando sabato 9 (ore 21.00) e domenica 10 (ore 16.00).

Sabato 2 aprile 2011_04_02 alle ore 21.00, Sabato 9 aprile 2011_04_09 alle ore 21.00  e Domenica 10 aprile 2011_04_10 alle ore 16.00!
Compagnia Teatrale Il Mosaico-Gli Anti Nati di Vigevano (PV)

Antigone

di Jean Anouilh

LO SPETTACOLO

 

Antigone è la figlia di Edipo e Giocasta, regnanti di Tebe. Dopo il suicidio di Giocasta e l’esilio di Edipo, i due fratelli di Antigone, Eteocle e Polinice, si uccidono a vicenda per il trono di Tebe. Creonte, fratello di Giocasta e, come tale, il nuovo re, decide di dare sepoltura solo ad Eteocle e non a Polinice, considerato come un delinquente e traditore e promulga un editto secondo cui chiunque seppellirà il corpo del rinnegato sarà punito con la morte.

Nessuno osa sfidare il re. Solo Antigone, fragile ma ostinatamente idealista, rifiuta questa situazione e, nonostante il divieto di suo zio, si reca sul luogo della tragedia per seppellire il corpo del fratello. Con la sua umana pietà e generosità vuole sfondare il muro delle leggi e della ragion di Stato.

Anche Ismene, la sorella, si rifiuta di seguirla temendo per la sua vita.

Antigone viene colta in flagrante dalle guardie del re e Creonte, dopo una lunga discussione con la nipote sullo scopo dell'esistenza, si vede costretto a condannarla a morte per rispetto della legge. La giovane, ribelle, non accetta i maturi consigli di Creonte che vorrebbe tentare di salvarla dalla giustizia degli uomini ricusando le testimonianze dei suoi soldati. Antigone sarà sepolta viva.

Ma quando la tomba viene sigillata, Creonte apprende che suo figlio, Emone, fidanzato di Antigone, è rimasto bloccato con la donna che ama.

Alla riapertura della tomba, Antigone si impicca ed Emone, dopo aver manifestato tutto il suo disprezzo a suo padre sputandogli in faccia, si apre il ventre con la spada. Desperata per la scomparsa del figlio, anche Euridice, moglie di Creonte, si dà la morte.

 

Quando Jean Anouilh scrisse l'Antigone nel 1943 sullo sfondo della Francia soggiogata dall'occupazione tedesca (la prima rappresentazione fu a Parigi un anno dopo), voleva probabilmente raccontare, attraverso la tragedia di Sofocle, il dolore per la lotta fratricida che si svolgeva sotto i suoi occhi: i francesi, divisi tra collaborazionisti e antinazisti, si dilaniavano nel loro paese, fratelli anch'essi contrapposti e sopraffatti dall'odio.

L'opera non differisce, nella storia, dal testo originario di Sofocle. Gli adattamenti più evidenti riguardano l’aspetto religioso, fattore chiave nella versione di Sofocle quasi eliminato invece dall’autore francese che ha spostato l’attenzione dal dualismo fra la Legge Divina contro la Legge dello Stato al conflitto caratteriale e generazionale dei personaggi principali, Antigone e Creonte.

E nella figura stessa di Creonte, che Anouilh fa apparire come un uomo vittima della sua sovranità e delle “controindicazioni” del potere, caratterizzato da certi sentimenti e nobiltà d’animo, mentre in Sofocle è più simile ad un puro e semplice spietato dittatore. Questo, probabilmente, anche nella consapevolezza di dover sottoporre il dramma alla censura tedesca, convinto che agendo altrimenti l’opera non sarebbe mai giunta alla seconda replica.

 

 

NOTE DI REGIA

Antigone è uno dei miti che più hanno interessato studiosi e drammaturghi a partire da Sofocle che, a metà del V secolo A.C., ha sistematizzato i racconti preesistenti sulla figlia di Edipo.

Le tragiche vicende della stirpe maledetta di Tebe è fortemente “teatrale” perché è un nodo di conflitti: conflitto tra generazioni (giovani contro anziani), conflitto tra generi (maschile contro femminile) e soprattutto conflitto tra ragion di Stato e ragione del cuore (fedeltà alla famiglia o alla polis?).

Tra le varie versioni, quella del francese Anouilh è stata scritta a Parigi durante l'occupazione nazista e per questo potrebbe sembrare che privilegi la dimensione politica del dramma; in realtà, la nostra lettura punta a rendere evidenti, oltre ai conflitti già ricordati, quelli interiori.

Ogni personaggio è teso, spaccato, tra polarità diverse, tra fedeltà disomogenee, in una situazione modernissima che inevitabilmente rimanda al nostro frammentato quotidiano.

Ancora una volta il mito proveniente dall'abisso del passato parla alle nostre anime ed al nostro mondo.

 

 

NOTE SULL’AUTORE

Jean Anouile nacque a Cérisole, alla periferia di Bordeaux, il 23 giugno 1910 in una famiglia di origini basche.

Nel 1929 vide la luce il suo primo testo teatrale, la farsa Humulus le muet, ma è solo nel 1932 che arrivò la sua prima vera opera, L'Hermine (L'ermellino). Ottenne il suo primo grande successo nel 1937 con l'opera Le voyageur sans bagage (Il viaggiatore senza bagaglio.

Durante l'occupazione nazista, Anouilh continuò a scrivere. Non prese una chiara posizione né per il collaborazionismo né per la resistenza, ma pubblicò testi a contenuto non politico nel giornale “Je suis partout” che aveva assunto un orientamento collaborazionista. La cosa gli venne in seguito rimproverata, alcuni avrebbero desiderato che il suo nome fosse sulle liste nere dell'epurazione, ma nulla fu trovato contro di lui.

Del 1941 è Eurydice, prima tragedia basata su un mito greco, che modernizza la leggenda di Orfeo. La sua più celebre opera resta però Antigone, scritta nel 1943 come rielaborazione della celebre Antigone di Sofocle e messa in scena per la prima volta nel 1944.

Alla prima rappresentazione, tuttavia, l'Antigone venne accolta dal pubblico molto freddamente. La critica si divise, l'opera ebbe un'eco strana, ambigua: molti ritennero che l'opera, mettendo in rilevo la figura del tiranno Creonte, sostenesse una posizione favorevole all'occupante tedesco, spiegando in questa maniera anche il perché la censura tedesca, stranamente, non avesse colpito il testo. Altri, al contrario, difesero la tragedia interpretando il rifiuto di Antigone di sottomettersi all'autorità come un atto sovversivo.

Malgrado tale esordio poco felice, l'Antigone è oggi unanimemente considerata dalla critica come il suo capolavoro.

 

Anouilh fu uno scrittore dotato di un'abilità unica che gli permise di realizzare un ampio spettro di capolavori. Non sfociò mai nel teatro a tesi, ma diversificò le sue creazioni dall'affresco alla satira passando per la tragedia, collocando al primo posto il gioco teatrale. Le sue opere sono incentrate sul conflitto tra sogno e realtà, tra possibile e impossibile, tra farsa e tragedia, tra purezza e degrado: la scena è un luogo di conflitti e indecisioni, nel quale i contrari si incontrano e i migliori rifiutano il gioco della vita.

I testi, persino quelli più caricaturali e farseschi, danno un'immagine pessimistica della natura umana, tormentata dalla nostalgia per una purezza ormai perduta. Sotto l'apparenza di uno scetticismo divertito si cela dunque un pessimismo profondo. I protagonisti sono spesso messi di fronte alla dura scelta fra la praticità dei compromessi e un inflessibile idealismo, come avviene nel caso eclatante di Antigone. Ma i compromessi vengono rifiutati e, con essi, la vita: la soluzione è la morte, oppure un insostenibile rifugio nelle illusioni. L'amore deve affrontare la durezza della realtà; il lieto fine è solo una favola.

 

Anouilh morì a Losanna il 3 ottobre del 1987.

http://concertodautunno.blogspot.com/2011/03/201104-2-antigone-in-arrivo-nella.html

Sabato 16 aprile 2011_04_16 ore 21.00


JESUS CHRIST SUPERSTAR
di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice
Compagnia Teatrale La Goccia di Novara

LO SPETTACOLO

L'opera di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice è spesso definita come "il musical che ha cambiato la storia del musical". La più nota opera di musica Rock, scritta nel 1969 con testi liberamente tratti dai Vangeli di Matteo, Marco e Luca, è partita come successo discografico, diventando in seguito spettacolo teatrale e poi film, sempre con risultati straordinari e guadagnandosi l’immortalità artistica del capolavoro.
L'interpretazione luterana delle Scritture che ispira l'opera, con l'aurea di predestinazione dei fatti accaduti (Giuda, accusato da Gesù del tradimento, risponde "Sei Tu che vuoi che io lo faccia") fa sì che venga riletta la storia del Messia e rivalutati alcuni personaggi tradizionalmente negativi; il grandissimo dramma interiore che essi vivono ed esprimono, pur non giustificando le loro azioni, li rende umani e vicini a noi, permettendoci di comprenderli.
Questa lettura dei Vangeli suscitò inizialmente dure reazioni nel mondo cattolico e la polemica contribuì a dare una connotazione politica quasi sovversiva al musical, ma anche tanta eco e interesse attorno ad esso. Oggi, cambiato il periodo storico, restano delle melodie immortali che, con il loro impatto estetico e la loro forza narrativa, suscitano sempre grandissime emozioni. A trent'anni dalla sua nascita, Jesus Christ Superstar racconta con una musica stupefacente la più affascinante delle storie dell'uomo.

COMPAGNIA TEATRALE LA GOCCIA (www.lagoccia.net)

La Compagnia La Goccia di Novara nasce nel 1984.
Attualmente è composta da circa 50 persone tra musicisti, solisti, ballerini, coro, tecnici e comparse, tutti non professionisti, che si esibiscono gratuitamente per aiutare persone ed enti che operano sia nel Terzo Mondo che in Italia. La Compagnia è specializzata in musical, sempre rigorosamente eseguiti dal vivo e, grazie al suo numeroso organico, è in grado di proporre uno spettacolo a livello professionale con costi di realizzazione molto contenuti. Gli spettacoli rispettano la versione originale e sono eseguiti in versione integrale, con licenza d’uso rilasciata dagli autori.
Negli anni di attività della Compagnia sono stati raccolti fondi destinati a micro-realizzazioni in Africa, ad associazioni che operano a favore dei bisognosi, quali ANFASS, Centri Missionari, Centri di Assistenza e sono state aperte adozioni a distanza.

 

 

Associazione Culturale Il Mosaico
PROFILO ASSOCIATIVO

L’Associazione Culturale Il Mosaico, oggi realtà consolidata del panorama artistico e culturale non soltanto vigevanese, vanta una già più che discreta storia. La Compagnia Teatrale Il Mosaico nasce nel 1987 sotto l’egida della Parrocchia di San Pietro Martire, con l’intento di alternare ad un repertorio brillante e di più facile presa testi “impegnati”, a sfondo sociale e religioso. Uno dei princìpi cardine della compagnia è la volontà di non fossilizzarsi su un genere, spaziando dal drammatico al comico, dal brillante alla commedia dell’arte. Trovano quindi spazio godibilissimi vaudeville accanto a progetti più ambiziosi (offerti anche nella prestigiosa cornice del Teatro Cagnoni) che riscuotono sempre maggiori consensi di pubblico e critica. La volontà di uno “zoccolo duro” di attori – primo tra i quali il fondatore, anima e cuore del Mosaico, Salvatore Poleo – permette alla Compagnia quel salto di qualità che le consente di uscire dalla realtà provinciale per mettersi alla prova su nuovi palcoscenici. L’adesione alla FITA (Federazione Italiana Teatro Amatori) le apre le porte a rassegne e concorsi in tutta Italia e al conseguimento di prestigiosi riconoscimenti regionali e nazionali. Nel frattempo, con il crescere degli impegni e l’esigenza di definire ruoli e cariche rappresentative, la compagnia decide di costituire l’Associazione Culturale Il Mosaico. All’inizio degli anni 2000, una seconda fondamentale svolta permette al Mosaico di crescere ulteriormente: si perfeziona infatti il sodalizio con un’altra importante compagine vigevanese, la Compagnia Gli Anti Nati: il giovane ed energico gruppo nato nel 2000 e che nel 2004 entra a pieno diritto nell’Associazione Culturale Il Mosaico. L’apporto dei nuovi arrivati sarà fondamentale per le future realizzazioni dell’Associazione, sia dal punto di vista tecnico e organizzativo, sia per l’importante contributo attoriale che Gli Anti Nati sapranno offrire. Associazione Culturale Il Mosaico 2 La fusione, anche con la decisione di mantenere attivi i due nomi delle Compagnie per non perdere il patrimonio di notorietà che entrambe si sono create negli anni su tutto il territorio nazionale, è un riuscitissimo esempio dei risultati che si possono raggiungere grazie all’unione delle forze contro la tendenza all’isolamento e all’individualismo di molte realtà, non solo in campo teatrale. La partecipazione a corsi di perfezionamento, tenuti da professionisti, affina e consolida il valore del gruppo: possono essere offerti al pubblico spettacoli di sempre maggior ambizione e qualità (il frenetico e celeberrimo ”Rumori fuori scena” su tutti), contando su un rigore interpretativo e, al contempo, su di una versatilità tali da far diventare oggi le due Compagnie tra le realtà teatrali più apprezzate e richieste, anche al di fuori dei confini regionali. L’Associazione, impegnata nell’organizzazione della Stagione del Teatro Moderno e in numerose altre iniziative in collaborazione con il Comune e altri enti cittadini, si propone come secondo polo culturale nell’area vigevanese. In questo spirito di collaborazione con le altre realtà territoriali nasce il sodalizio con l’Università per il tempo libero e la terza età, che dal 1 gennaio 2009 entra a tutti gli effetti nell’associazione.

 

Opere liriche al Castello Sforzesco di Vigevano  luglio 2001 foto, presentazione e commenti sulla manifestazione
 

W  VERDI un solo grande amore!! La vita e i libretti di tutte le sue opere.
 
 
 
   
 

E’ possibile prenotare i biglietti telefonicamente (348 1127776) o comodamente online all’indirizzo www.teatroilmosaico.it ; oppure, acquistarli direttamente in prevendita senza sovrapprezzo presso il Teatro ogni sabato dello spettacolo dalle 17.30 alle 18.30.