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15/05/2025 18:18
Le frenetiche ricerche dell’arma del delitto di Garlasco nel canale irriguo di Tromello e le perquisizioni nelle abitazioni della famiglia Sempio sembreranno probabilmente lontane, venerdì mattina, nella seconda udienza dell’incidente probatorio. Al palazzo di giustizia di Pavia, infatti, si tornerà a parlare non dell’arma del delitto o dei presunti contatti tra i conoscenti di Chiara Poggi, tema che ha monopolizzato l’attenzione nelle ultime ore, bensì di impronte digitali e tracce di dna rinvenute sulla scena del crimine. Si ripartirà da dove si era lasciato lo scorso 9 aprile e cioè dall’assegnazione degli incarichi ai periti. In quell’occasione venne escluso dalle operazioni il genetista Emilio Giardina, ritenuto non adatto in quanto si era già espresso sul caso in un’intervista televisiva di qualche anno fa. Il nome proposto per le analisi sul dna è quello di Denise Albani, commissario capo della Polizia Scientifica. Come perito dattiloscopico, invece, il profilo indicato è quello di Domenico Marchigiani, anch’egli della Polizia Scientifica. Gli esperti dovranno analizzare vari materiali. Si è molto parlato del dna trovato sulle unghie della vittima, che farà parte della superperizia, ma c’è da analizzare anche molto altro. Materiale biologico recuperato da oggetti di vario genere, come il tappetino del bagno, un vasetto di yogurt, il brick del the e una scatola di cereali. Ci sono inoltre da studiare 60 impronte digitali, repertate ma mai attribuite al tempo delle prime indagini. Il tutto da comparare con il profilo di Andrea Sempio, e, eventualmente, anche di altre persone se dalla nuova inchiesta dovessero emergere evidenze.