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21/10/2025 16:48
Un progetto per evitare le aggressioni al pronto soccorso. Era stato elaborato, poi accantonato e oggi torna d'attualità. Dopo che Adam Chbaiba, cittadino marocchino di 35 anni ha devastato il pronto soccorso di Vigevano, mentre era in stato di alterazione. Il giudice per le indagini preliminari l'ha liberato con obbligo di firma, ma il suo non è l'unico caso di persona che ha creato disagi al pronto soccorso cittadino. Sabato pomeriggio è stato scarcerato con obbligo di firma. I problemi di sicurezza al pronto soccorso di Vigevano però rimangono, come segnalato da tutte le forze politiche. Anche se nei mesi scorsi era stato preparato un progetto per garantire una maggiore sicurezza nella sala d'aspetto del pronto soccorso. A ricordarlo è Marzia Segù, ex assessore ai servizi sociali e per sei mesi vicesindaco quando Andrea Ceffa era agli arresti domiciliari. “Quando sono stata Assessore ai Servizi Sociali avevo affrontato il tema con la precedente Direzione dell’Ospedale. Mi fu detto di rassegnarmi, che “è un male comune”. Con alcune associazioni, tra cui Caritas e Croce Rossa Italiana - Comitato di Vigevano, era sto ideato un progetto di volontari presenti nel pronto soccorso, per affiancare il personale, calmare le situazioni, offrire ascolto. L'intenzione era quello di indirizzare coloro che sono spesso al pronto soccorso, come l'uomo che ha aggredito il personale sabato a enti e associazioni specializzate nella prevenzione del disagio. Segù precisa come non si voleva trasformare la sala del pronto soccorso in un ente assistenziale, ma in luogo di sostegno. “Oggi, finalmente, la figura del Direttore Socio-Sanitario ha riaperto un dialogo costruttivo tra ASST, servizi e territorio – dice Segù. È un primo passo, ma serve molto di più: una rete stabile, continua, che metta insieme il coraggio delle istituzioni e la generosità delle persone”.