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20/05/2025 15:41
A Milano ci sono interi quartieri senza medico di base. È quanto sta accadendo nei Municipi 7 e 8, dove migliaia di cittadini hanno ricevuto una comunicazione da Regione Lombardia con l’invito a scegliere un nuovo dottore. Ma sulla piattaforma regionale non risultano nomi disponibili. Nessuno a cui rivolgersi per una ricetta, una visita, un consulto. Il sistema si inceppa nel suo primo livello, quello più vicino ai cittadini. E il problema non è isolato: in tutta la regione mancherebbero almeno 1.500 medici di famiglia. Una carenza che colpisce soprattutto le zone ad alta densità abitativa come Milano, e che è destinata ad aggravarsi nei prossimi anni con migliaia di pensionamenti previsti.
Ma se i medici di base mancano sul territorio, gli ospedali non se la passano meglio. A denunciarlo è il sindacato dei medici ospedalieri ANAAO-ASSOMED Lombardia, che parla di una sanità regionale vicina al punto di rottura. Troppi ospedali in affanno, personale sottorganico, turni insostenibili e una rete sanitaria che non viene aggiornata da anni. A questo si aggiunge la crescita incontrollata del privato convenzionato, che secondo il sindacato rischia di orientare l’offerta sanitaria più verso il profitto che verso il bisogno di cura.
Due crisi parallele, quella della medicina territoriale e quella degli ospedali, che a Milano si intrecciano in un unico scenario: una sanità pubblica sempre più fragile, che fatica a garantire il diritto alla salute anche nei centri urbani più sviluppati.