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14/10/2024 17:14
Premi e riconoscimenti ai massimi livelli in concorsi e guide di settore ma, per ora, il risultato generale non cambia per l’Oltrepò: i valori dei vigneti sulle colline pavesi restano tra i più bassi d’Italia. È quanto emerge dall’ultimo rapporto del Crea, il Consiglio nazionale per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria. Secondo la rilevazione, per acquistare un ettaro di vigneto in produzione da queste parti si spende da un minimo di 25mila euro fino a un massimo di 40mila. Valori nemmeno lontanamente paragonabili alle zone più blasonate come la piemontese Barolo (dove c’è chi ha pagato oltre 2 milioni di euro per un ettaro di vigna) o le toscane Montalcino e Bolgheri (anche qui con quotazioni talvolta milionarie), ma che non raggiungono nemmeno quelle dei vicini colli piacentini o, per restare in Emilia Romagna, quelli della pianura modenese. Qui un ettaro di vigneto “meccanizzato” costa da 42mila a 80mila euro. Inutile sottolineare, in questo caso, l’enorme differenza in termini di costi di gestione tra le coltivazioni di pianura e quelle di collina dell’Oltrepò, dove, non di rado, si può parlare di viticoltura “eroica” per le pendenze estreme di alcuni versanti che, non a caso, vengono spesso abbandonati. Non è così in altri territori come la lombarda Valtellina, dove un ettaro di vigneto costa in media oltre 100mila euro o la Valle d’Aosta: qui per comprare 10mila metri quadrati di vigneto si spendono fino a 170mila euro. Quotazioni molto alte e stabili anche per il Trentino dove non si compra nulla con meno di 220mila euro (per le zone meno rinomate), Friuli, Veneto e Liguria. Insomma, se parliamo di centro nord Italia, l’Oltrepò, terra da sempre tra le più riconosciute per la qualità del prodotto, resta finora un caso isolato di mancata valorizzazione territoriale.