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24/06/2025 18:23
Non potrà usare il tram finché quelle sette banchine non saranno finalmente accessibili. E dal 24 giugno, ogni giorno di ritardo costerà al Comune 105 euro di risarcimento. È quanto ha deciso il Giudice dell’Esecuzione di Milano, accogliendo la richiesta di una cittadina con disabilità, che da tempo si batte per la rimozione delle barriere architettoniche a bordo dei mezzi pubblici.
Tutto parte nel maggio 2023, quando il Tribunale riconosce la discriminazione: in sette fermate – tra linee di tram e autobus – le banchine risultano non adeguate. L’ordine è chiaro: interventi entro dicembre dello stesso anno. Ma la data è saltata. Il Comune ha inserito i lavori nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche, ma le procedure legate al Codice dei contratti hanno rallentato tutto.
E così, una volta terminata la scadenza, la donna è tornata in tribunale: chiesti 15 euro al giorno per ciascuna fermata, dal 5 maggio 2025, giorno della comunicazione ufficiale a Palazzo Marino. Il giudice le dà ragione. Oltre al risarcimento, l’amministrazione dovrà anche coprire oltre 4.000 euro di spese legali, già approvati come debito fuori bilancio dal Consiglio comunale.
Il totale? Ancora non calcolabile, dipenderà da quando i cantieri saranno effettivamente chiusi. Ma è chiaro che questa sentenza segna un punto: la violazione del diritto alla mobilità può avere conseguenze concrete, anche economiche.