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07/07/2025 16:01
Un’operazione silenziosa ma fulminea: è stato fermato appena messo piede in Italia, dopo un volo da Shanghai. Per gli Stati Uniti è un pericoloso hacker al servizio del governo cinese.

Si chiama Xu Zewei, ha 33 anni e secondo l’FBI farebbe parte di un gruppo di pirati informatici che nel 2020 avrebbe violato i sistemi di sicurezza dell’Università del Texas, sottraendo dati sensibili sui vaccini anti-Covid in fase di sperimentazione. È stato arrestato il 3 luglio all’aeroporto di Malpensa, in esecuzione di un mandato internazionale emesso dalle autorità americane.

L’uomo, residente a Shanghai e formalmente impiegato come tecnico informatico, è attualmente detenuto nel carcere di Busto Arsizio, dopo la convalida dell’arresto disposta dalla giudice Veronica Tallarida della Corte d’Appello di Milano.

Secondo la documentazione trasmessa dal Distretto meridionale del Texas, Zewei è accusato di frode telematica, furto di identità aggravato, accesso abusivo a sistemi protetti e associazione a delinquere. Rischia fino a 20 anni di carcere. Sempre secondo l’FBI, avrebbe agito insieme ad altri cittadini cinesi per conto di autorità governative di Pechino, colpendo università e centri di ricerca negli Stati Uniti e altrove.

A segnalare la sua presenza in Italia è stata l’Ambasciata statunitense a Roma, che aveva avvisato in anticipo le autorità italiane del suo arrivo a Malpensa. Subito dopo l’arresto, la polizia ha sequestrato anche telefono e dispositivi elettronici, ritenuti cruciali per le indagini.

Domani, martedì 8 luglio, si terrà una prima udienza tecnica davanti alla Corte d’Appello di Milano per l’identificazione e la richiesta dell’eventuale consenso del 33enne all’estradizione, che molto probabilemente verrà negato dall’uomo.

La Procura generale di Milano dovrà ora esaminare gli atti ricevuti dagli Usa e formulare un parere sulla richiesta di estradizione in vista delle prossime udienze. L’iter potrebbe durare settimane, mentre la difesa – affidata all’avvocato Enrico Giarda – si prepara a contestare le accuse. Intanto, sullo sfondo, resta la delicata questione diplomatica di un presunto caso di spionaggio informatico internazionale.