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25/07/2025 17:40
Nelle ultime settimane l’inchiesta esplosa sulla gestione urbanistica di Milano ha lasciato diversi strascichi. Dapprima i 74 gli indagati, tra cui l’ex assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, l’architetto Giuseppe Marinoni e lo stesso sindaco Beppe Sala. Mercoledì 23 luglio, si sono svolti gli interrogatori davanti al giudice per le indagini preliminari, Mattia Fiorentini, per sei persone accusate di corruzione, falso e induzione indebita. La Procura ha chiesto misure cautelari: arresti domiciliari per Tancredi e per l’imprenditore Manfredi Catella, e il carcere per alcuni funzionari, tra cui Marinoni e Scandurra.

Durante gli interrogatori, Marinoni si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre Tancredi ha presentato una memoria difensiva, dichiarando di aver sempre agito “nel bene del Comune”. Sul fronte politico, dopo le dimissioni di Tancredi, le deleghe all’Urbanistica sono state affidate temporaneamente alla vicesindaca Anna Scavuzzo. Il sindaco Sala ha dichiarato di non riconoscersi nella ricostruzione della Procura, e lunedì riferirà ufficialmente in Consiglio comunale.

Ma intanto, la polemica si è spostata in Regione Lombardia, dove il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che apre all’adozione di poteri sostitutivi nei confronti del Comune di Milano, in caso di inerzia nella gestione urbanistica.
Il documento – proposto dal consigliere Luca Ferrazzi e sostenuto dal centrodestra – è stato approvato con il voto contrario delle opposizioni. Secondo Ferrazzi, si tratta di un “intervento straordinario” reso necessario dalle anomalie urbanistiche emerse nell’inchiesta, tra cui autorizzazioni rilasciate in modo irregolare e “incontrollata espansione edilizia”.
Le opposizioni parlano invece di strumentalizzazione politica. Il capogruppo PD Pierfrancesco Majorino ha definito l’atto “privo di fondamento legale”, accusando la Giunta regionale di usare l’inchiesta per delegittimare Palazzo Marino. L’inchiesta, oltre agli aspetti giudiziari, apre ora un fronte istituzionale tra Comune e Regione, in una fase delicata per il futuro urbanistico – e politico – della città.