Eventi a Vigevano:

Dal 09-03-2025 al 19-10-2025
AMORI E PASSIONI - Attualità del melodramma

Vedi tutti

Grazie a

Cerca nel sito

Cerca telefono

cognome o nome azienda

Videonews


03/07/2025 18:28
Il caso della morte di Ramy Elgaml, il ragazzo di 19 anni deceduto lo scorso novembre durante un inseguimento dei carabinieri a Milano, continua a far discutere. Oggi la Procura ha chiuso le indagini preliminari contestando l’omicidio stradale non solo a Fares Bouzidi, l’amico che guidava lo scooter su cui viaggiava Ramy, ma anche al carabiniere alla guida dell’auto che per ultima li inseguiva.

Bouzidi guidava senza patente e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Secondo i consulenti della Procura, fu la sua condotta "spregiudicata" a generare il rischio. Ma anche il militare, secondo le ultime valutazioni, avrebbe una responsabilità nel tragico epilogo, dopo un urto tra l’auto e lo scooter che, secondo la ricostruzione dei consulenti della famiglia, sarebbe avvenuto prima della curva fatale. Il vicebrigadiere alla guida della Giulietta all'inseguimento dello scooter Tmax infatti "teneva una distanza estremamente ridotta, sempre inferiore a 1,5 metri e dunque, inidonea a prevenire collisioni con il mezzo in fuga, considerare le condotte avventante del conducente". Stando a quanto scrivono i pm di Milano nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari dell'indagine.
Il caso destò un forte impatto sul quartiere Corvetto, dove vive la famiglia di Ramy, scatenando rabbia e proteste. Ma fu proprio il padre di Ramy a placare gli animi, chiedendo giustizia e verità, con parole che meritano rispetto e ascolto.