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11/04/2025 16:12
Immaginate di vedervi recapitare a casa la bellezza di 119 multe da quasi cento euro l’una, per un totale superiore agli 11mila euro. Diciamo subito che la storia ha un lieto fine, ma di sicuro per un tassista milanese lo spavento è stato di quelli da ricordare per un pezzo.
La vicenda si snoda dal 2022 ad oggi e ha come protagonista un autista delle auto bianche milanesi che è entrato in Area C con il suo taxi diesel euro 5, convinto che – in quanto servizio pubblico – le normative ambientali non si applicassero.
Peccato che il sito del Comune spieghi bene che i taxi registrati sono sì esentati dal pagamento di Area C, ma l’accesso sotto ai varchi controllati dalle telecamere è consentito solo se il veicolo è in regola con le prescrizioni ambientali. Risultato, 119 multe.
Per fortuna del tassista e del suo portafoglio, il Giudice di Pace ha accolto in parte il suo ricorso, annullando tutti i verbali eccetto il primo, risalente al 2022. La somma da pagare, quindi è scesa a 95 euro circa. Secondo il giudice, infatti, le violazioni devono essere considerate come un’unica infrazione, in quanto reiterazioni del medesimo illecito.
Appena scoperto di non essere in regola, il tassista, oltre a non mettere più piede più in Area C, ha anche ordinato una vettura ibrida, cosa che – sottolinea il suo legale - ha comportato una spesa non indifferente. Sempre l’avvocato sottolinea però un altro elemento: costituzionalmente, spiega, un tassista non potrebbe rifiutarsi di offrire il proprio servizio, neppure in centro. Ma con un’auto euro 5 diesel si trova a dover scegliere tra lo svolgimento del proprio pubblico servizio e una sanzione sicura.