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02/09/2025 16:16
Un gioco delle tre carte, o una scelta di pragmatismo? Matteo Salvini ha annunciato che il prolungamento della M5 fino a Monza si farà. Il nodo resta quello degli extracosti: 589 milioni di euro. Per coprirli il ministro dei Trasporti ha aperto la strada a uno spostamento di 420 milioni già stanziati per un’altra opera, il prolungamento della M4 da Linate a Segrate.
Sul piano tecnico il progetto è chiaro: con 11 nuove fermate dopo il capolinea milanese di Bignami e sette che attraverseranno la città di Monza per collegare la Brianza alla metropolitana milanese. Un’arteria che servirebbe decine di migliaia di pendolari, e che sulla carta è più pronta rispetto al prolungamento della linea blu verso Segrate, oggi ancora fermo a una fas e meno avanzata.
È proprio questo l’argomento della Lega. Alessandro Corbetta, capogruppo al Pirellone, ha sottolineato che il progetto della M5 è “più maturo”, già condiviso con gli enti locali, e che non si tratta di una guerra tra territori ma di accelerare dove ci sono le condizioni tecniche. Tradotto: la priorità ora è Monza, senza dimenticare che le risorse per la M4 dovranno comunque arrivare.
Di tutt’altro avviso Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Regione. A suo giudizio Salvini non può cavarsela spostando fondi da un’opera all’altra: Milano e la Lombardia hanno bisogno di entrambe le linee, e togliere soldi alla M4 significa di fatto bloccarla. Majorino ha anche ricordato che per il Ponte sullo Stretto di Messina il governo ha trovato miliardi di euro, mentre qui ci si limita a “scoprire un cantiere per coprirne un altro”.
Il risultato è una Brianza che intravede il metrò, un Segrate che rischia di rimanere al palo, e un duello politico che corre più veloce dei treni che ancora non ci sono.