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15/05/2025 23:01
La Procura ha chiesto — e ottenuto — l’amministrazione giudiziaria per Valentino Bags Lab, azienda che opera nel settore dell’alta moda. Non per reati commessi direttamente, ma perché ritenuta incapace di controllare davvero quello che succede lungo la filiera produttiva.
Secondo quanto accertato dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, la società si limiterebbe a ideare i prototipi, affidando poi tutta la produzione industriale a una rete di fornitori esterni. È proprio lì, in quella catena di subappalti, che, secondo chi indaga, sarebbero emerse situazioni gravi: lavoratori in nero oppure pagati meno del minimo sindacale, senza tutele, costretti a turni massacranti. Le borse e gli accessori di lusso sarebbero state realizzate in condizioni precarie, con gravi carenze sul fronte della sicurezza sul lavoro, tra cui la mancata sorveglianza sanitaria e l’assenza di adeguata formazione del personale.
Le indagini, partite nel marzo del 2024, si sono concentrate su sette capannoni tra Milano e Monza, tutti riconducibili a imprenditori cinesi. Su 67 lavoratori identificati, almeno 9 sarebbero risultati completamente irregolari. In tre casi, persone senza alcun permesso di soggiorno.
Non solo: sarebbero state scoperte anche tre società “fantasma”, senza dipendenti né attività reale, che sarebbero state create per emettere fatture fittizie e coprire le lavorazioni illecite, ostacolando così i controlli.
In tutto, sette titolari sono stati denunciati per caporalato. Sono scattate sanzioni per oltre 300 mila euro. L’azienda committente, Valentino Bags Lab, non è accusata di caporalato, ma secondo la Procura non avrebbe vigilato efficacemente su una filiera opaca, finendo per agevolare — anche solo per negligenza — un sistema di sfruttamento organizzato