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15/07/2025 18:40
Un capo d’accusa troppo vago, un processo che si allunga, e sullo sfondo l’ombra della prescrizione. Nell’ultima udienza del caso Visibilia, che vede tra gli imputati anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè per falso in bilancio, il Tribunale di Milano ha accolto l’eccezione presentata dalla difesa della società in liquidazione, giudicando il capo d’imputazione “nullo” per mancanza di chiarezza e compromissione del diritto di difesa. Un colpo di scena che fa uscire l’azienda dal fascicolo e obbliga la Procura a riscrivere l’accusa, ripassando dall’udienza preliminare.
Il processo, già rallentato ad aprile scorso quando i giudici avevano chiesto ai pubblici ministeri di riformulare le contestazioni, prosegue ora per gli altri 16 imputati. Tra loro, anche l’ex compagno della ministra Canio Mazzaro, l’attuale partner Dimitri Kunz, la sorella Fiorella e la nipote Silvia Garnero.
Il rinvio al 16 settembre ha fatto irritare i pm Marina Gravina e Luigi Luzi, che in aula hanno parlato apertamente di “interesse della giustizia” e della “ragionevole durata del processo”, avvertendo il collegio che “con questi ritmi si rischia di andare troppo avanti”, e che “la prescrizione è un pericolo concreto”. Uno scambio teso con il presidente Giuseppe Cernuto, che ha sottolineato quanto questa fase sia delicata e che dunque va ragionata.


In aula si è affrontata anche la questione delle parti civili: la difesa ha chiesto di escludere i piccoli soci di minoranza, ritenendo che non abbiano subito danni diretti. Ma su questo punto, i giudici hanno deciso di prendersi del tempo.