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30/07/2025 15:04
Tre volti riconosciuti, un'informativa in mano alla Procura e un'indagine che prende forma.
quella sull’aggressione antisemita avvenuta domenica sera nell’autogrill, sull’A8, alle porte di milano fa un passo avanti: la Digos ha identificato i primi presunti responsabili, grazie ai video diffusi online e alle immagini delle telecamere.

Si tratta di tre persone residenti nell’hinterland milanese, senza precedenti per militanza in ambienti ProPal o in gruppi antagonisti. I loro volti sarebbero ben visibili nel filmato girato dalla stessa vittima, un cittadino francese di 53 anni, aggredito mentre si trovava con il figlio di sei anni nell’area di servizio.

L’uomo, che indossava la kippah, era entrato nell’autogrill per una sosta dopo una gita sul Lago Maggiore. All’improvviso, l’assalto. Prima gli insulti: “assassini”, “Palestina libera”, “qui non è Gaza”. Poi la violenza. I tre identificati avrebbero preso parte alla fase verbale del raid, ma resta da chiarire se fossero presenti anche durante l’aggressione fisica, avvenuta nella zona dei bagni, non coperta da telecamere.

Secondo la denuncia presentata alla Polizia stradale di Busto Arsizio, nel secondo momento dell’assalto — mentre padre e figlio stavano lasciando i bagni — un gruppo di circa dieci persone avrebbe accerchiato l’uomo, intimandogli di cancellare il video. Qualcuno, poi, lo avrebbe spinto e colpito con calci, facendolo cadere a terra.

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per percosse aggravate dall’odio razziale. Nel frattempo, gli investigatori stanno analizzando altri frame, incrociando le immagini delle telecamere esterne e le targhe delle auto presenti nel parcheggio.

Ora la Digos lavora per risalire alle altre identità coinvolte, per attribuire con precisione le responsabilità di ciascuno.

Intanto, l’episodio ha riacceso i riflettori su un’escalation di odio che si sta insinuano nelle vite quotidiane e soprattutto nei social . Lo sa bene il consigliere comunale di Milano Daniele Nahum, che nelle ultime ore ha ricevuto su Instagram diversi messaggi privati carichi di antisemitismo: “Almeno ad Auschwitz avevate un posto dove lavorare, mangiare e dormire”, uno degli insulti ricevuti. E ancora, offese contro la memoria di Anna Frank, trascinata nel fango con cori da stadio.
Nahum ha annunciato che sporgerà querela contro gli autori di questi messaggi, sottolineando che ogni episodio di antisemitismo deve essere contrastato, soprattutto da chi ricopre ruoli istituzionali.