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26/06/2025 17:49
Dei rapporti interni al comando della Polizia Locale e delle accuse di stalking si è tornati a discutere giovedì mattina, in tribunale a Pavia, nel processo a carico dei vigili di Cassolnovo. A parlare i testi delle difese dei due imputati, l’ex comandante Maria Grazia Pietrapertosa e il suo vice Luigi Critelli, accusati, a vario titolo, di concussione, falso e stalking.
Nel mirino le accuse lanciate nella precedente udienza dal vigile Luca Bolognese, che aveva riferito di un clima ostile e vessatorio sul luogo di lavoro. Una tesi contestata però dalla donna delle pulizie in servizio al comando di Cassolnovo, sentita come teste, che ha descritto l’ex comandante Pietrapertosa come una persona amichevole, con un atteggiamento materno, mirato a favorire l’affiatamento tra i colleghi. Rapporti che sono stati descritti quindi normali sul luogo di lavoro.
Inoltre Bolognese aveva affermato di essersi dovuto assentare più volte dal luogo di lavoro per problemi di salute. Ma, come sostenuto dall’ispettore di Ats, era stata data l’idoneità al lavoro, seppur con delle limitazioni. Di questo fatto Bolognese non avrebbe informato i suoi superiori. Da qui i continui attriti per le richieste di cambio turno presentate da Bolognese.
In aula ha parlato anche l’ex comandante dei vigili di Cassolnovo, Luciano Legnazzi, che aveva retto provvisoriamente il comando dopo gli arresti di Pietrapertosa e Critelli. Legnazzi ha affermato di essersi dovuto dimettere dall’incarico anche per l’impossibilità di collaborare con Bolognese, che rifiutava di eseguire gli ordini e tendeva a delegare i compiti ai colleghi. Il processo sarà riaggiornato al 25 settembre, quando parleranno i due imputati.