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13/06/2025 13:38
Il lavoro non è più il centro della vita, ma uno strumento per viverla meglio. È questo il messaggio che arriva forte e chiaro dai giovani lombardi nella ricerca promossa dalla Cisl Lombardia con BiblioLavoro, il centro studi del sindacato. Un’indagine, presentata a Milano, che mette a fuoco sogni, frustrazioni e richieste di oltre 3.500 under 35, disegnando un ritratto nitido di una generazione che vuole cambiare le regole del gioco.
I giovani non inseguono più il “posto fisso”, ma pretendono dignità. Quello che cercano è un salario giusto, un equilibrio tra tempo di lavoro e vita personale, un ambiente sano. Eppure i numeri parlano di un’altra realtà: stipendi bassi (1.576 euro in media), con un divario di genere che penalizza le donne del 17,9%; precariato diffuso, con la metà degli intervistati che ha lavorato in nero; e un esercito di giovani che, nonostante la laurea, cambia quattro lavori nei primi anni pur di inseguire stabilità.
La precarietà logora: uno su due non riesce a risparmiare, il 26% vive ancora con i genitori, il 40% non può affrontare una spesa imprevista. Cresce il disagio mentale, alimentato da contratti fragili, straordinari non pagati, formazione inadeguata e scarse tutele. Il welfare aziendale resta un miraggio per molti: solo il 22% lavora in contesti che ascoltano davvero i bisogni dei dipendenti.
Eppure la voglia di partecipare c’è. Il 95% crede che i lavoratori debbano avere voce nelle scelte aziendali. La sfida, secondo il sindacato, è quindi raccogliere questa energia, prima che si trasformi in rassegnazione.