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Videonews


30/04/2025 20:13
Una colonna ordinata, fiaccole sui lati, tricolori in testa e silenzio assoluto. Così circa duemila persone hanno sfilato da piazzale Gorini a via Paladini per commemorare Sergio Ramelli, lo studente di 18 anni, militante del Fronte della Gioventù, aggredito a colpi di chiave inglese il 29 aprile del ‘75 da esponenti di Avanguardia Operaia e morto dopo 47 giorni di agonia. Ma nella rigidissima coreografia della fiaccolata, qualcosa ha spezzato l’equilibrio.
All’altezza di via Paladini, quando le prime file si stavano inquadrando davanti al murale dedicato a Ramelli, da un appartamento del palazzo si è levato il canto di “Bella Ciao”, diffuso a tutto volume da una finestra.

Il gesto ha acceso gli animi: urla verso l’alto, insulti, il grido “esci fuori!” rivolto ai residenti. Poi un momento di tensione, fortunatamente contenuto, culminato con il lancio di un petardo all’interno dell’edificio, poi esploso.
Il corteo è stato organizzato come ogni anno dai movimenti dell’estrema destra e ha visto la partecipazione anche di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, e rappresentanti storici di CasaPound, Lealtà-Azione e Rete dei Patrioti. In testa, lo striscione “Onore ai camerati caduti”, seguito da una corona di fiori rossi.
Alle 22, davanti al murale, il rito si è compiuto: “Camerata Ramelli” urlato tre volte, e tre volte il “Presente” scandito con il braccio teso, in un saluto romano collettivo - gesto per il quale la Procura di Milano aprirà un fascicolo conoscitivo, senza ipotesi di reato né indagati, ipotizzando la violazione della legge Scelba e il pericolo di ricostituzione del partito fascista.
Mentre la liturgia si consumava, le note partigiane (di “Bella Ciao”) sono piombate a ciel sereno. Un controcanto improvviso che ha rotto la coreografia e lasciato sospesa, per un attimo, l’aria... prima di riportare alla superficie una ferita che, cinquant’anni dopo, sembra tutt’altro che chiusa.