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05/08/2025 15:19
Un testimone, un video cancellato, un incidente mortale. Sono questi gli elementi centrali dell’inchiesta bis sul caso Ramy Elgaml, il 19enne morto la notte del 24 novembre scorso al termine di un inseguimento con tre pattuglie dei carabinieri della Radiomobile di Milano, durato quasi 20 minuti. Lo scooter su cui viaggiava, guidato dall’amico Fares, si è schiantato contro un palo all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta. Ramy non è sopravvissuto.
Ora, due carabinieri del III Reggimento Lombardia – diversi da quelli coinvolti direttamente nell’inseguimento – rischiano di finire a processo con l’accusa di frode processuale aggravata. Secondo la Procura di Milano, i due militari sarebbero intervenuti dopo l’incidente e avrebbero costretto un testimone a cancellare dal cellulare nove video che documentavano le fasi dello schianto e i momenti immediatamente successivi.
Il contenuto dei file non è mai stato visionato, ma una perizia ha confermato che il filmato, lungo un minuto e dieci secondi, era stato registrato proprio nel punto dell’impatto. Le ricerche effettuate dal proprietario del telefono per tentare di recuperare i file cancellati rafforzano i sospetti degli inquirenti.
Con la notifica dell’avviso di conclusione indagini, firmato dai pm Cirigliano e Serafini, i due carabinieri hanno ora 20 giorni per difendersi. L'avvocato Piero Porciani, uno dei difensori, ha affermato: "Siamo sconcertati. Dopo che abbiamo dimostrato che i due militari si trovavano a 290 metri dal luogo dell'impatto i pm hanno deciso comunque di andare avanti".
Intanto Da quanto si apprende altri due carabinieri sono indagati per favoreggiamento. In totale dunque sarebbero 5 i carabinieri indagati, incluso quello che guidava la pattuglia che si è schiantata dopo la caduta all'angolo fra via Ripamonti e via Quaranta.