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22/05/2025 17:40
Dal 28 maggio Andrea Ceffa tornerà libero e potrà tornare a esercitare il proprio ruolo di sindaco. Mercoledì si è conclusa l'udienza preliminare con la richiesta di rinvio a giudizio per corruzione da parte dei pubblici ministeri della procura di Pavia nei confronti del sindaco di Vigevano. Il giudice per le indagini preliminari si è riservato di decidere. La comunicazione della decisione sarà il 21 luglio. In questo modo il procedimento è ancora in fase di indagini preliminari, e questo comporta che non ci possa essere una nuova richiesta di arresti domiciliari. I pubblici ministeri hanno chiesto il rinvio a giudizio anche per la consigliera comunale Roberta Giacometti, che avrebbe ricevuto da Asm una consulenza per interposta persona, per non abbandonare la maggioranza e per l'ex europarlamentare Angelo Ciocca. Ciocca, assieme all'imprenditore Alberto Righini, anche per lui chiesto il rinvio a giudizio, avrebbe offerto 15 mila euro alla consigliera Emma Stepan, che non ha accettato , per lasciare la maggioranza. Un fatto questo denunciato da Ceffa stesso, che però a sua volta avrebbe agevolato tramite Matteo Ciceri, amministratore unico di Vigevano Distribuzione Gas, una consulenza per Roberta Giacometti, affinché non lasciasse la maggioranza. Il 21 luglio il giudice per le indagini preliminari comunicherà se tutti i protagonisti di questa vicenda verranno rinviati a giudizio. Nel frattempo Andrea Ceffa attende il pronunciamento del tribunale del riesame sulla sua richiesta di revoca dei domiciliari e la stessa richiesta giovedì è stata estesa al Gip. Ceffa ha ribadito in udienza di “avere ancora la forza di combattere e di non voler mollare”. L'avvocato Luca Angeleri nella sua memoria ha ribadito come la consulenza a Giacometti non costituisca un illecito, citando le stesse indagini dalle quali emerge come Righini abbia pagato il ricorso al Tar dei consiglieri di minoranza contro la decisione del prefetto di non sciogliere il consiglio comunale, quando la maggioranza dei consiglieri si dimise contestualmente, ma uno di loro cambiò idea. Angeleri concorda sul fatto che Righini non venga indagato o finisca ai domiciliari e si chiede come mai in realtà Ceffà per un comportamento simile finisca agli arresti.