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03/10/2022 15:48
Nessun disagio psichico per Alessia Pifferi, è stata infatti respinta la richiesta della difesa di procede ad una consulenza neuoroscentifica in carcere confronti della 37enne, arrestata a fine luglio, accusata di omicidio volontario aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia diana di un anno e mezzo, lasciandola in casa da sola per 6 giorni.

“Anche dopo l’ingresso in carcere - si legge nel provvedimento con cui il gip ha respinto la richiesta - come attestano le relazioni del Servizio di psichiatria interna, la Pifferi si è sempre dimostrata consapevole, orientata e adeguata, nonché in grado di iniziare un percorso, nei colloqui psicologici periodici di monitoraggio, di narrazione ed elaborazione del proprio vissuto affettivo ed emotivo”.

Già ad agosto una simile richiesta era stata rigettata dal giudice, quando i legali dalla donna aveva chiesto di far entrare in carcere un esperto per redigere una consulenza neuro scientifica.

Secondo il gip una tale consulenza sarebbe una prospettiva che non si aggancia ad alcun elemento fattuale, visto che la Pifferi non ha alcuna storia di disagio psichico nel suo passato.

I legali della donna attraverso la perizia puntavano ad un particolare accertamento neuroscientifico cognitivo, per "cercare di sondare il funzionamento strettamente cognitivo dell’indagata”. per il giudice, però, pur essendoci "suggestive adesioni in campo accademico" sull'uso delle neuroscienze, non è possibile permettere che una consulenza del genere entri nel processo senza il contraddittorio.