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03/06/2025 16:34
La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, e per il dj Tommaso Gilardoni. I due sono accusati di *revenge porn*, per la diffusione aggravata e non consensuale di video a contenuto sessualmente esplicito, relativi a due episodi distinti. Si tratta di un filone dell’inchiesta partita nel 2023 dopo la denuncia per violenza sessuale presentata da una ragazza di 22 anni.

Sul capo di imputazione relativo alla violenza sessuale, i pm Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro hanno chiesto l’archiviazione lo scorso aprile, ritenendo che dai video e dalle testimonianze raccolte non emergano prove sufficienti a sostenere che la giovane fosse stata privata della possibilità di dare un consenso valido. La ragazza, però, si è opposta alla richiesta e il giudice per le indagini preliminari deciderà sul caso il 25 settembre.

La richiesta di processo per l’accusa di revenge porn è ora al vaglio della gup Lidia Castellucci. Secondo gli inquirenti, Leonardo Apache La Russa, la mattina del 19 maggio 2023, avrebbe girato un video sessualmente esplicito all’interno della sua abitazione e lo avrebbe inviato via WhatsApp all’amico Gilardoni, presente quella notte. Quest’ultimo, poi, avrebbe inoltrato nell’agosto successivo un altro video, girato nel bagno della casa, a un conoscente legato al mondo delle serate e delle discoteche.

La nottata, oggetto dell’indagine, risale al 18-19 maggio 2023 e si è svolta tra una discoteca milanese e la casa dei La Russa. Secondo quanto emerso, la giovane – che soffriva di depressione – aveva assunto alcol, droga e psicofarmaci. Si era svegliata confusa, nel letto del figlio del presidente del Senato, convinta di aver subito abusi. La Procura ha definito l’atteggiamento dei due giovani “profondamente superficiale e volgare”, ma non tale da integrare, sulla base del materiale disponibile, il reato di violenza sessuale.

Il legale della ragazza, l’avvocato Stefano Benvenuto, sostiene invece che la giovane fosse in uno stato tale da non essere in grado di esercitare una reale autodeterminazione. Sarà la gip Rossana Mongiardo a decidere se accogliere la richiesta di archiviazione, ordinare nuove indagini o disporre l’imputazione coatta.

Intanto, per la diffusione dei video, l’accusa di revenge porn è sul tavolo della giudice per l’udienza preliminare.