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21/05/2025 17:10
Il processo Hydra, uno dei più vasti e significativi mai celebrati contro la criminalità organizzata nel Nord Italia, è iniziato lo scorso 20 maggio nell’aula bunker del carcere di Opera. Tra i 143 imputati compaiono esponenti di ’ndrangheta, camorra e Cosa nostra, accusati di aver creato un’inedita alleanza criminale attiva soprattutto in Lombardia. Nonostante la portata dell’inchiesta e il coinvolgimento diretto di figure che hanno operato anche nel territorio abbiatense, il Comune di Abbiategrasso ha scelto di non costituirsi parte civile.

Una decisione che ha suscitato l’indignazione del Comitato Bene Comune, che in una nota ha condannato l’assenza dell’amministrazione comunale in un processo che riguarda anche la città. «Abbiategrasso è citata nelle carte dell’inchiesta con almeno sei summit mafiosi avvenuti tra il 2020 e il 2021 – si legge nel comunicato – e tra gli imputati figura Paolo Errante Parrino, ritenuto collegamento diretto con Matteo Messina Denaro e attivo proprio nel nostro territorio. Chiediamo alla giunta il motivo di questa scelta, sperando ci sia una giustificazione valida».

La delusione è ancora più marcata se si considera che, oltre alla Regione Lombardia, anche i Comuni di Milano e Varese – città direttamente toccate dall’inchiesta – hanno scelto di costituirsi parte civile per tutelare i propri cittadini. Il Comitato sottolinea come questa mancata presa di posizione rischi di vanificare anni di impegno civile contro la criminalità, con tanti cittadini che hanno manifestato pubblicamente contro le mafie anche ad Abbiategrasso.

Nel frattempo, il processo Hydra è entrato nel vivo. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano e avviata nel 2019, ha rivelato l’esistenza di una struttura criminale trasversale, capace di unire clan storici delle tre mafie tradizionali sotto un’unica regia operativa. Al centro, una rete di imprese fittizie utilizzate per ottenere appalti e profitti, sfruttando normative pubbliche e infiltrandosi in settori strategici come sanificazione, logistica e gestione dei parcheggi.

Le udienze preliminari si susseguiranno a ritmo serrato, con un’organizzazione che prevede l’esame di 35 imputati per volta. Sono coinvolti oltre 300 tra magistrati, avvocati, forze dell’ordine e osservatori istituzionali. A guidare l’accusa, i pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane, sotto tutela a causa di gravi minacce ricevute.