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30/05/2025 16:57
Fa discutere il protocollo d’intesa siglato tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e l’Associazione Nazionale Bersaglieri, volto a promuovere nelle scuole i valori della Costituzione, della legalità e dell’identità nazionale attraverso la storia del Risorgimento. A sollevare la protesta è stato un gruppo di docenti del liceo Bramante di Magenta, che ha espresso forti perplessità sull’ingresso dei bersaglieri nelle aule scolastiche, definendolo “incompatibile con il senso del lavoro educativo”.

Nella loro lettera inviata al ministro Giuseppe Valditara e ai colleghi di tutta Italia, gli insegnanti criticano il contenuto del protocollo, che – sebbene a prima vista simile ad altri percorsi educativi – si fonda, a loro dire, su un’impostazione valoriale distante dalla pedagogia scolastica. “I bersaglieri – scrivono – esaltano l’obbedienza, l’onore al Capo dello Stato, la conoscenza delle armi, il sentimento della famiglia come valori assoluti. Ma noi educhiamo i nostri studenti allo spirito critico, alla libertà di pensiero, alla pluralità delle idee. Don Milani ci ha insegnato che l’obbedienza non è più una virtù”.

I docenti, infatti, temono che la presenza dell’associazione militare nelle scuole possa trasmettere una visione univoca e rigida di valori come la patria o la famiglia. “Non spetta a noi educatori indicare una sola forma di famiglia come modello da seguire, né attribuirle un valore sacro. La scuola deve garantire uno spazio di crescita libero e rispettoso delle diversità”, si legge nella missiva.

Non si è fatta attendere la risposta del sindaco di Magenta, Luca Del Gobbo, che ha difeso con forza l’Associazione Nazionale Bersaglieri, definendo le critiche “inaccettabili” e “frutto di una profonda ignoranza della storia nazionale e locale”.

Il primo cittadino ha ricordato la costante partecipazione dell’associazione alle celebrazioni del 25 Aprile, della Giornata della Memoria e ad altre iniziative civiche, anche in sinergia con realtà come l’ANPI. “Il Ministero – ha aggiunto – fa bene a coinvolgere queste realtà. È un’azione educativa, non ideologica”.

Del Gobbo ha quindi invitato i docenti a riflettere: “Il prossimo 14 settembre si terrà a Magenta il Raduno Regionale dei Bersaglieri. Spero che sia un’occasione per conoscere meglio la storia della nostra città e il valore di queste associazioni. I giovani hanno bisogno di esempi positivi, non di polemiche sterili”.

Il dibattito, intanto, si allarga, tra chi difende il pluralismo educativo e chi rivendica il diritto delle istituzioni militari a contribuire alla formazione civica dei ragazzi. Una questione che, al di là del caso specifico, interroga più in generale il rapporto tra scuola, memoria e identità nazionale.