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22/05/2025 19:03
Un'impronta “sporca” sulla parte interna della porta. E quello sporco potrebbe essere sangue. Tra le impronte che sono state analizzate dalla consulenza dei periti della procura, oltre alla già nota impronta palmare 33, attribuita da Andrea Sempio, indagato nell'indagine per l'omicidio di Chiara Poggi, per il quale sta scontando la pena l'ex fidanzato Alberto Stasi, ce n'è un'altra. E poi ci sono sei impronte palmari non attribuite. Già nel 2020 in un'informativa i carabinieri di Milano spiegano come nella casa di via Pascoli “sono state evidenziate diverse impronte digitali e tra quelle giuridicamente utili ne sono state evidenziate diverse appartenenti ai famigliari o a persone che frequentavano la casa. Tra cui Stasi. Tra i contatti non giuridicamente utili allora ce n'era uno evidenziato il 17 agosto dal ris sulla parete interna della porta d'ingresso. Secondo gli inquirenti era possibile che quel contatto potesse essere generato da una mano “sporca” Nella stessa data quel contatto è stato esaltato con polvere evidenziatrice e asportato il 20 agosto. Ma non è stata al momento effettuata nessuna indagine biologica mirata ad accertare se possa essere stato lasciato da una mano sporca di sangue. Ma gli inquirenti non si concentrano solo sulle indagini scientifiche. La sera del delitto ci sarebbe stato un scambio di sms tra la madre di Andrea Sempio, e il vigile del fuoco sentito dai carabinieri. Lo scambio di messaggi potrebbe riguardare lo scontrino del parcheggio, conservato dalla famiglia Sempio, e spontaneamente dato ai carabinieri mesi dopo il delitto. Proprio da questo comportamento, ritenuto anomalo dagli avvocati di Stasi e segnalato in tutte le richieste di riapertura delle indagini, sarebbe scaturita la nuova inchiesta, oltre che dall'allora presunta corrispondenza del dna. Un comportamento che per gli avvocati di Sempio non è anomalo.