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11/06/2025 16:21
Poteva essere il momento dello strappo, è diventata, invece, l’occasione perfetta per rinviare tutto.
Nel Consiglio regionale lombardo non si è discussa la mozione del Partito Democratico per chiedere la rimozione immediata di Enrico Pazzali dalla presidenza di Fondazione Fiera, dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta milanese sulle cyber-spie. Il testo, potenzialmente esplosivo per la tenuta della maggioranza, è finito in coda all’ordine del giorno complice l’assenza del governatore Attilio Fontana, in viaggio istituzionale in Uzbekistan.
Un rinvio che secondo il PD non è casuale: il centrodestra avrebbe tirato il freno a mano per evitare la discussione di una mozione che avrebbe potuto spaccare la maggioranza proprio nel cuore dell’Aula. Paradossalmente, infatti, la posizione di Fratelli d’Italia sembra più vicina a quella dei Dem che a quella della Lega: anche il partito di Giorgia Meloni ha ribadito l’esigenza di un cambio ai vertici della Fondazione, possibilmente prima dell’autunno. Per i democratici la responsabilità politica è tutta di Fontana, che – nonostante la gravità dell’inchiesta e il momentaneo autosospendersi di Pazzali – non ha ancora preso posizione né avviato alcun passo formale per la sua rimozione.
Ora la mozione rischia di arrivare fuori tempo massimo: se sarà discussa il 23 giugno, in coincidenza con l’approvazione del bilancio della Fondazione, l’uscita di scena di Pazzali sarebbe comunque cosa fatta, visto che coincide con la scadenza del suo mandato. Ma non è detto che la quiete duri: la battaglia interna alla maggioranza potrebbe riaccendersi proprio sulla tempistica della scelta del suo successore.