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23/07/2025 18:15
Questa mattina a Milano la scena dal sapore quasi cinematografico: quindici operai dell’impresa edile “Ricca” di Lodi si sono asserragliati in quota, salendo fino al settimo piano di un edificio in ristrutturazione in Corso di Porta Vittoria, all’angolo con via Respighi. Una protesta radicale per chiedere ciò che ritengono loro diritto: gli stipendi arretrati da mesi. I manifestanti, a bordo del ponteggio, hanno battuto ripetutamente con martelli e aste di ferro contro la struttura metallica, attirando l’attenzione di passanti e autorità. Alcuni testimoni raccontano che il rumore si è propagato fino all’interno del vicino Palazzo di Giustizia.

Sul posto sono intervenuti carabinieri, polizia locale, guardia di finanza e – in un ruolo delicato – i vigili del fuoco: quattro mezzi e una quindicina di operatori specializzati in soccorsi in quota sono rimasti a presidiare l’area, pronti a intervenire in caso di cedimenti strutturali o emergenze sanitarie. La protesta, che secondo i sindacati non è isolata — "ma è l’emblema di un settore in sofferenza, dove i costi e i ritardi scaricano il peso sui lavoratori più fragili", ha provocato rallentamenti al traffico nella zona, con il cantiere transennato e le strade circostanti sotto vigilanza.
In queste ore, la Questura sta trattando direttamente con i manifestanti, nella speranza di trovare un accordo che garantisca il pagamento delle retribuzioni e consenta la ripresa dell’attività cantieristica senza rischi. Una vertenza che riaccende l’attenzione sul dramma del precariato e dei diritti negati nel mondo dell’edilizia milanese.