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13/06/2025 15:16
Sono moderne, geometriche, pedonali. Ma anche roventi. Le nuove piazze di Milano, pensate per ridurre il traffico e migliorare l’estetica urbana, si stanno rivelando vere e proprie trappole di calore. Da San Babila a Cordusio, passando per l’asse Cairoli-Castello, si moltiplicano le spianate di pietra e cemento dove il sole si riflette senza ostacoli e l’ombra è un miraggio.
In nome della riqualificazione, è scomparso quasi tutto ciò che potesse dare sollievo: alberi ad alto fusto, aiuole, anche semplici cespugli. L’effetto è una città che respira a fatica proprio nei suoi luoghi simbolici. Piazza San Babila, recentemente rinnovata, è oggi un anfiteatro di calore, mentre Cordusio, ora chiusa per i lavori di riqualificazione, rischia di replicare lo stesso schema. I rendering parlano chiaro: verde sparito e ombra assente.
Eppure, in piena crisi climatica, esperti e tecnici del Piano Aria Clima avevano dato un’indicazione semplice: introdurre ombra e vegetazione è prioritario, tanto quanto asfaltare o posare nuove pavimentazioni. Le soluzioni esistono — dagli alberi in vasche sopraelevate ai sistemi di irrigazione sotterranea — e andrebbero considerate come infrastrutture sanitarie a tutti gli effetti.
A Milano si è fatto un passo avanti contro il traffico, ma un passo indietro per il benessere urbano. E le piazze, da cuore pulsante, rischiano di diventare deserti incandescenti.