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27/06/2025 17:47
Sempre più comuni in Lombardia lasciano, o stanno pensando di lasciare, le Unioni. Per qualcuno che decide di andare a fusione, facendo in pratica di due o più municipi, uno solo, ce ne sono molti altri che pensano che chi fa da sé fa per tre, o anche più di tre.
Perché se nei primi anni i contributi per costituire le unioni e mettere insieme i servizi coprivano i costi per la sovrastruttura e ne giustificavano l’esistenza, anzi la incentivavano, oggi non è più così. Uffici doppi, bilanci doppi e via discorrendo.
Così mentre piccoli comuni come Mornico Losana decidono di andare per la propria strada e altri, come Lirio, si preparano a fondersi, (i questo caso con Montalto) rinunciando di fatto a un municipio autonomo a fronte di ingenti trasferimenti di denaro dalla stato, in Regione si lavora a un modello nuovo per “favorire - spiegano al Pirellone - promuovere e incentivare la gestione associata dei servizi sul modello delle comunità montane”, che in pratica sono unisoni di comuni allargate.
Mira a questo la risoluzione all'esame della commissione speciale autonomia del Consiglio regionale. Tutto ha avuto inizio lo scorso maggio con l’audizione dell’area omogenea comunale del Cremasco, che coinvolge 48 Comuni nella gestione associata dei servizi”. Con il provvedimento i firmatari chiedono alla Giunta di “regolamentare e dare una veste istituzionale ad eventuali nuove forme associative tra Comuni, semplificare modalità e criteri con cui vengono dati dei contributi regionali a favore delle forme associative.
Insomma si prova a rendere più agevoli i processi aggregativi che vadano oltre la gestione di singole funzioni e che siano in grado di garantire un confronto strutturato con i livelli istituzionali superiori”.
La proposta di Lega e Fratelli d’Italia ha incassato anche il sostegno del Partito democratico. Il testo dovrebbe approdare in aula in autunno per la discussione e l’approvazione.