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20/05/2025 15:14
Piove dentro le case, i tetti cedono e la sicurezza è un miraggio. A Milano migliaia di famiglie vivono in alloggi popolari senza certificazioni antincendio, circondate dal degrado e dimenticate dalle istituzioni. È la denuncia che arriva dal centrodestra in consiglio comunale, che ha puntato il dito contro la gestione fallimentare di MM, la società incaricata di amministrare il patrimonio immobiliare del Comune. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, riccardo Truppo, ha così abbandonato la commissione manutenzione degli edifici comunali, da lui presieduta denunciando che quasi la metà delle case popolari di Milano non ha nemmeno i requisiti base di sicurezza per le norme antincendio.
La Lega rincara la dose: secondo gli ultimi dati sarebbero 6100 gli alloggi popolari sfitti, oltre 15mila morosi, con 500 occupazioni abusive. Una voragine da oltre 3 milioni di euro l’anno di affitti non riscossi.
Secondo l’opposizione inoltre,, interi quartieri popolari sarebbero allo sbando: tetti che lasciano entrare l’acqua, calcinacci che cadono, immobili abbandonati che l’amministrazione vorrebbe vendere. L’assessore assessore all'Edilizia residenziale pubblica Fabio Bot tero, in aula, prova, invece, a contenere la polemica: le case sfittate – sostiene – sono 2300 e gli interventi di riqualificazione sono in corso. L’obiettivo è mettere in sicurezza tutti gli edifici entro il 2027. Intanto MM cambia forma giuridica e promette 6 milioni di euro per recuperare almeno 700 appartamenti entro fine anno.
Ma le cifre non bastano a placare la rabbia. E mentre si litiga tra Comune e Regione, tra MM e Aler, i milanesi aspettano. In condizioni che ricordano più una periferia dimenticata che una capitale europea.