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04/06/2025 15:30
Milano, 4 giugno. Tornano in piazza con uno striscione e un cronometro digitale che segna ogni secondo di attesa: sono le Famiglie Sospese, bloccate in un limbo edilizio senza fine. Davanti a Palazzo Marino, sede del Comune, hanno lanciato un messaggio netto: facendo partire uno sciopero della fame itinerante un giorno in ogni cantiere sequestrato della città.
Una protesta pacifica ma radicale, nata dalla frustrazione di oltre 4.000 famiglie che da mesi chiedono risposte sulle loro case, pagate per buona parte, mai consegnate. Al centro della vicenda ci sono le inchieste sull’urbanistica milanese che, da oltre un anno, hanno congelato decine di cantieri per presunti abusi edilizi. Il Comitato denuncia promesse mancate e il totale silenzio della politica. Chiede una legge nazionale ad efficacia retroattiva che tuteli chi ha acquistato in buona fede.
Dopo il presidio in Piazza della Scala, i manifestanti si sono spostati in via Valtellina 38, davanti allo Scalo House, uno dei primi edifici sequestrati. È qui che abbiamo raccolto le testimonianze più dure: persone che nel 2020 hanno investito anche 300 mila euro per un appartamento su carta, ma oggi non c’è nulla: né case, né certezze, né garanzie.