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15/07/2025 15:26
Martedì 15 luglio è stato rinviato, per la 133esima volta, lo sfratto del centro sociale Leoncavallo. L’intervento dell’ufficiale giudiziario, previsto per la mattina, si è concluso con un nulla di fatto. La nuova data è stata fissata al 9 settembre. Davanti ai cancelli di via Watteau si è tenuto un presidio con circa un centinaio di persone, musica e volantinaggio.
La situazione resta complessa. La proprietà ha chiesto che alla prossima scadenza venga garantita la presenza della forza pubblica. Intanto il Comune di Milano continua a valutare l’ipotesi di trasferire le attività del leoncavallo in via San Dionigi, in zona Corvetto. Ma il capannone individuato necessita di interventi strutturali e bonifiche ambientali, con costi stimati in diversi milioni di euro. Per questo, tra le ipotesi in campo, c’è anche l’avvio di una raccolta fondi per cercare di sostenere le spese necessarie.
Sul fronte legale, intanto, prosegue il contenzioso legato all’occupazione. Marina Boer, rappresentante legale dell’associazione che gestisce il Leoncavallo, è stata condannata a risarcire il Comune per tre milioni di euro. La somma corrisponde alla cifra che Palazzo Marino ha dovuto versare alla proprietà per i mancati affitti. L’Avvocatura dello Stato ha già avviato la procedura per il recupero del denaro, con il rischio concreto di pignoramento dei beni personali.
Il centro sociale, attivo dagli anni Novanta nella sede attuale, resta così in bilico tra sgombero, trasferimento e incertezze giudiziarie.