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05/08/2025 16:27
Prime indiscrezioni e retroscena direttamente dal Palazzo di giustizia di Milano, dove continua a far discutere l’inchiesta sull’urbanistica, che coinvolge ex assessori, imprenditori e membri delle commissioni comunali. Un’indagine complessa che tocca il cuore della trasformazione urbanistica della città, tra interessi pubblici e rapporti opachi.
Nell’interrogatorio reso al Gip Mattia Fiorentini, Giancarlo Tancredi — ex assessore all’Urbanistica del Comune — ha ammesso che, col senno di poi, avrebbe fatto meglio a non aprire un dialogo con Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione paesaggio, oggi ai domiciliari come lui. Secondo Tancredi, le proposte di Marinoni sui cosiddetti “nodi urbani” e le porte metropolitane avrebbero potuto creare «qualche imbarazzo».
Al centro dell’inchiesta anche la vicenda del “Pirellino”, l’edificio acquistato da Coima per 193 milioni di euro. Il fondatore della società, Manfredi Catella, anch’egli ai domiciliari, ha definito l’operazione “la più grande fregatura mai subita”. Poche settimane dopo l’acquisto, l’allora assessore Maran impose un vincolo per l’edilizia residenziale sociale, trasformando — secondo Catella — il valore dell’immobile e portando a un contenzioso da 69 milioni contro il Comune.
La Procura contesta il mancato riconoscimento del reato di induzione indebita, e sta valutando un possibile appello. Intanto, il sindaco Giuseppe Sala ha rivendicato la regolarità della maggior parte delle operazioni immobiliari svolte sotto la sua amministrazione, ma ammette: “A Milano sembra sia venuta tutta insieme la paura”.
Un’inchiesta che continua ad allargarsi e che accende i riflettori su un settore, quello della rigenerazione urbana, cruciale per il futuro di Milano, ma ora segnato da ombre e interrogativi.