Moreschi: sciopero e riacquisizione delle quote

  • Categoria: Territorio
  • Pubblicato: Giovedì, 22 Luglio 2021 08:40
  • 22 Lug

Nella primavera dello scorso anno la famiglia Moreschi ha ceduto il 51% dell’omonima azienda alla Hurleys Sa.

La famiglia ha deciso di stipulare questo "Contratto di investimento e patto parasociale relativo all'investimento nel capitale sociale di Moreschi Spa.", in forza del quale la famiglia aveva accettato di rinunciare alla maggioranza della società se, e solo se, la Hurleys SA, in persona del signor Guido Scalfi, avesse chiuso le pendenze debitorie con le banche e finanziato la società consentendone il rilancio.

Il dottor Mario Moreschi ha spiegato in un’intervista a La Provincia Pavese: «Abbiamo sottoscritto il contratto con Hurleys SA senza purtroppo renderci conto al momento che Hurleys non aveva le stesse nostre priorità. Non appena ci siamo resi conto di ciò, abbiamo provato a chiedere al Tribunale il sequestro delle azioni detenute temporaneamente da Hurleys ma il Tribunale, proprio per il fatto che era stato apposta una condizione risolutiva a tempo al contratto di investimento, non ha ritenuto di accogliere la nostra richiesta e ha concesso ad Hurleys il tempo fino alla scadenza prefissata per adempiere agli impegni che si era presa, nella convinzione che, in assenza di adempimento, il contratto si sarebbe risolto. In prossimità della scadenza del termine, Hurleys, che non aveva provveduto né a pagare le banche né a finanziare la società, ha promosso un giudizio assumendo che il mancato pagamento delle banche e l'omesso investimento erano colpa nostra».

L’assemblea sindacale dei dipendenti ha deciso dopo l’ultima riunione con la proprietà, cioè l’attuale cda di cui la famiglia Moreschi non fa parte, di indire uno sciopero di otto ore per martedì prossimo.

«L'azienda - spiegano i sindacati a La Provincia Pavese - aveva chiesto di abolire l'accordo sui contratti di solidarietà, perché troppo oneroso, inoltre non ci sarebbe stato lavoro per tutti, perché prevede una riduzione di orario medio del 22%. Il sindacato ha espresso la propria contrarietà all'abolizione, ma si è reso disponibile ad aumentare la riduzione di orario fino al 50%. L'azienda non ha ritenuto sufficiente la proposta e ha comunicato ai lavoratori la ripresa dell'attività non per tutti. Quando il Governo ha concesso la cassa Covid per altre 17 settimane, l'azienda ha rimesso i lavoratori in cassa senza comunicarlo».