Inizialmente i lavoratori in esubero allo storico calzaturificio Moreschi erano 46, a seguito della trattativa sindacale 21 sono stati ricollocati all’interno dell’azienda.

All’inizio del la procedura di licenziamento collettivo erano perciò 35 i lavoratori in esubero a seguito della chiusura dei reparti di orlatura e pelletteria, attriti affidate ormai a contoterzisti esterni.

Un’altra decina di lavoratori è stata inserita in reparti differenti, al momento rimangono 25 dipendenti ancora da collocare.

«Ci sono diverse aziende che si sono dette interessate – spiega Michele Fucci, segretario provinciale della Filctem Cgil, in un’intervista a La Provincia Pavese – come il calzaturificio Mosaicon Shoes che, da quanto abbiamo saputo, sarebbe interessato ad accogliere, tramite l'istituto del comando a distacco, le orlatrici della Moreschi. In pratica, pur restando dipendenti Moreschi, andrebbero a lavorare in un'altra azienda che ne abbia fatto richiesta, che poi potrà decidere se assumere o meno». «Sono diverse le realtà che si sono fatte avanti anche perché tutti sanno che stiamo parlando di competenze professionali difficili da trovare, soprattutto con una simile esperienza pregressa».

«Abbiamo fatto il riassunto delle puntate precedenti – prosegue Fucci – sollecitando l'adesione al comando di distacco per favorire la ricollocazione, anche esterna. Stiamo invece ancora trattando sull'incentivo di buona uscita per quelli che, alla fine, resteranno in esubero. Abbiamo ancora tempo prima che scada la procedura: la cassa integrazione scadrà il 5 giugno e la procedura di licenziamento in sede sindacale dura 45 giorni, quindi andiamo a metà giugno. Nel caso in cui non dovessimo raggiungere un accordo, ci sono ulteriori 30 giorni, ma lì ci saranno anche altri attori in campo come la Regione».

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