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06/06/2025 17:22
Chiusa da anni e a rischio privatizzazione, la piscina Argelati di via Segantini si è risvegliata stamattina con un messaggio chiaro: *pensami pubblica*. Un centinaio e mezzo di persone si sono ritrovate davanti all’ingresso, in infradito e costumi, tra parei colorati, asciugamani, occhiali da sole, musica e birrette, per un flash mob organizzato dal collettivo *Sai che puoi?*. L’iniziativa, ribattezzata “aperitivo a (quasi) bordo piscina”, ha riportato l’attenzione sulla condizione delle piscine pubbliche milanesi, sempre più abbandonate o affidate alla gestione privata.

L’obiettivo della protesta è spingere Palazzo Marino a riaprire le piscine Argelati e Scarioni con tariffe comunali e accessibili, e rendere balneabili anche la Darsena e il lago del Parco Nord.

Nei mesi scorsi oltre 9mila persone hanno sottoscritto l’appello *Milano Balneare*, chiedendo che il diritto a rinfrescarsi in estate venga garantito a tutte e tutti, senza distinzioni economiche. Dopo l’estate da record del 2024 – la più calda mai registrata – quella del 2025 si preannuncia ancora più critica. In città, con tre centri balneari pubblici su quattro chiusi, l’assenza di spazi accessibili per affrontare il caldo colpisce soprattutto chi non ha alternative per lasciare Milano nei mesi più afosi.

Per il Lido è già troppo tardi, spiegano gli attivisti. Ma per Argelati e Scarioni c’è ancora margine di intervento: il Comune non ha ancora preso una decisione definitiva. Da qui l’appello a scegliere una direzione che privilegi l’interesse pubblico.