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05/06/2025 17:44
Sueli Leal Barbosa aveva 48 anni, un figlio da una precedente relazione e una vita riservata, silenziosa, condotta nell’anonimato urbano di un appartamento al quarto piano di un palazzo in viale Abruzzi, a Milano. Brasiliana d’origine, era conosciuta appena dai vicini, che la ricordano come una donna gentile, discreta, con cui ci si scambiava un saluto sulle scale, qualche parola fugace in cortile. Nessuno immaginava che la sua vita potesse finire nel modo più tragico e straziante, con un volo nel vuoto per sfuggire alle fiamme che nella notte tra martedì e mercoledì hanno avvolto la sua abitazione.

L’incendio ha causato momenti di puro terrore per tutti gli abitanti del palazzo. L’intero stabile è stato evacuato durante la notte: due persone sono state ricoverate in codice verde. Dodici appartamenti, compreso quello della vittima, sono stati dichiarati inagibili.

Chi vive accanto o sopra l’appartamento andato in fiamme racconta scene di panico, fughe improvvisate, il bagliore del fuoco che filtrava dalle finestre. In molti sono stati svegliati dal calore, dal fumo o dalle urla lancinanti che arrivavano da Sueli.


Sueli viveva in quell’appartamento da tempo. Quella notte, fortunatamente, suo figlio era con il padre. È forse l’unico sollievo in una vicenda che lascia dietro di sé non solo un vuoto incolmabile, ma anche troppe domande.