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27/08/2024 18:09
La nuova ondata di peste suina non si ferma e, ormai, quasi tutti i giorni si scopre un focolaio. La Provincia di Pavia continua a essere l’epicentro, dove si concentra il maggior numero di allevamenti contagiati. Gli ultimi giorni avevano fatto segnare i casi di Sant’Alessio con Vialone e Inverno e Monteleone. Quest’ultimo episodio ha provocato un’innalzamento dell’allerta nel vicino lodigiano, destinato ad acuirsi ulteriormente dopo la notizia delle ultime ore, per cui ci sarebbe un altro contagio da peste suina a Costa de’ Nobili, sempre nella zona orientale della provincia di Pavia. La preoccupazione, tra gli allevatori, ormai rasenta la psicosi tanto che le riunioni degli addetti ai lavori ormai si fanno tendenzialmente on line, come ai tempi del Covid, tanta è la paura di portare il contagio da una tenuta all’altra. A riferirlo, in un’intervista all’agenzia Agi, è il direttore di Confagricoltura Pavia Alberto Lasagna: “Basta che un allevatore abbia il virus sotto la suola di una scarpa per diventare vettore del contagio”, ha ammonito. Gli esperti si stanno interrogando su come la peste suina, innocua per l’uomo ma mortale per gli animali, si sia messa a galoppare così velocemente dopo mesi in cui pareva essersi fermata. Le conseguenze economiche sono importanti: le zone interessate da questa ondata, tra Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, hanno un potenziale economico da oltre 200 milioni di euro all’anno. Soltanto negli ultimi due mesi la malattia ha portato all’abbattimento di oltre 41mila suini, poco meno della metà di quelli abbattuti in un intero anno, da quando si era avuto il primo caso nell’estate del 2023. Da allora i capi presenti negli allevamenti pavesi si sono dimezzati e di conseguenza anche il volume d’affari.