25/05/2023 19:16
C’è allarme tra i boschi dell’Oltrepò pavese dopo il ritrovamento di alcuni cinghiali risultati positivi alla peste suina nei territori al confine fra i Comuni di Bagnaria, in valle Staffora e quelli di Brignano Frascata e San Sebastiano, nella piemontese Val Curone, indicati come zona rossa già dallo scorso anno. Il luogo di ritrovamento esatto non è stato al momento reso noto ma alcune limitazioni per la caccia di selezione al cinghiale sarebbero già state emanate in provincia di Pavia. I dati raccolti saranno inviati al commissario ministeriale che dovrà definire la strategia di contenimento che, allo stato attuale, non prevede divieti generalizzati di accesso alle campagne e alle aree boschive come invece era avvenuto in un primo tempo per il Genovese e l’Alessandrino. D’altra parte, proprio qui, tra Liguria e Piemonte, i casi continuano ad aumentare: dei 732 casi di positività finora accertati in 90 Comuni (81 solo nel mese di maggio) gli ultimi sono stati riscontrati nei giorni scorsi proprio in val Curone. Ma l’emergenza non riguarda solo il nord Italia, cinghiali contagiati dalla peste africana sono stati ritrovati anche in Umbria, in provincia di Salerno in Campania e in quella di Reggio in Calabria e si teme che il morbo si diffonda anche in Sicilia. Sebbene la peste suina non rappresenti un rischio per l’uomo, quelli per l’economia zootecnica sono elevati. I consigli delle autorità per i cittadini per evitare di contribuire alla diffusione dell’epidemia sono sempre i medesimi: ”Non abbandonare rifiuti o alimenti a terra o anche vicino ai cassonetti perché, come dimostrato, attraggono i cinghiali e potenzialmente (ad esempio i salumi) possono essere un veicolo per la trasmissione della malattia; disinfettare le scarpe quando si esce da aree agricole o boschive e segnalare la presenza di cinghiali moribondi o di loro carcasse”. Abbiamo incontrato il professor Daniele Vigo del dipartimento di medicina veterinaria dell’Università statale di Milano.