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04/09/2025 18:52
Nel 2023 solo 13 Regioni italiane rispettano gli standard minimi di assistenza sanitaria, i cosiddetti LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Sono dati impattanti, visto che di queste 13 “promosse”, solo tre sono al Sud: Puglia, Campania e Sardegna. La Puglia ottiene punteggi paragonabili ad alcune regioni del Nord, mentre Campania e Sardegna si fermano “poco sopra la sufficienza”.
La classifica, stilata dalla GIMBE, fondazione indipendente italiana che si occupa proprio studi e ricerche, ha elaborato i dati totali, sommando i punteggi ottenuti in tre aree: prevenzione, assistenza distrettuale e ospedaliera. Emergono quindi forti disuguaglianze: tra le prime 10 regioni, 6 sono del Nord, 3 del Centro e solo 1 del Sud. Nelle ultime 7 posizioni, a eccezione della Valle d’Aosta, ci sono soltanto regioni del Mezzogiorno Quotidiano NazionaleSalute Domani.
Ma quindi chi guida la classifica? In testa c’è il Veneto, seguito da Toscana ed Emilia-Romagna, con la provincia autonoma di Trento appaiata al terzo posto.
E la Lombardia? Scende vistosamente: tra il 2022 e il 2023 perde 14 punti, insieme a Lazio (−10), Sicilia (−11) e Basilicata (−19)
In controtendenza, invece, il risultato positivo di alcune regioni del Sud: Calabria guadagna +41 punti, Sardegna +26.
Il commento di Gimbe è netto:
“La tenuta del SSN non è più garantita nemmeno nei territori con maggiore disponibilità di risorse o reputazione sanitaria. È un campanello d’allarme che non può essere ignorato”
Si chiede una revisione profonda: più indicatori, rotazione periodica dei criteri di valutazione e un ripensamento dei piani di rientro e commissariamenti — misure che, secondo Gimbe, hanno migliorato i bilanci ma poco la qualità dell’assistenza sanitaria tra le diverse regioni.