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01/07/2025 17:23
Il nuovo DPCM sui flussi migratori, approvato dal Consiglio dei Ministri, prevede l’ingresso in Italia di 500mila lavoratori stranieri tra il 2026 e il 2028. Una quota in aumento rispetto al triennio precedente, ma che rischia di restare sulla carta a causa dell’inefficace sistema del “click day”, che resta invariato.

Il meccanismo impone che le domande siano accettate in base alla rapidità con cui vengono inviate online in un giorno prestabilito, trasformando l’accesso legale al lavoro in una corsa a ostacoli. I dati lo confermano: nel 2024 le richieste sono state quasi cinque volte superiori alle quote disponibili, ma solo il 7,8% dei lavoratori entrati ha poi ottenuto un permesso di soggiorno e un impiego stabile.

Il problema colpisce soprattutto colf e badanti. Molti lavorano già in Italia, ma non possono essere regolarizzati perché entrati con un visto turistico, che non consente la conversione in contratto. Le famiglie si ritrovano così senza strumenti legali per assumere persone di cui si fidano, mentre i lavoratori restano nel limbo, esposti a sfruttamento e precarietà.

Dal mondo sindacale e dalle imprese arriva un appello per superare il click day, reintrodurre il visto per ricerca lavoro e prevedere percorsi stabili di regolarizzazione. Confimprenditori sottolinea che, a fronte di oltre 150mila ingressi previsti per il 2025, ne servirebbero almeno 500mila subito per coprire il fabbisogno reale in settori chiave come turismo, edilizia, agricoltura e assistenza.

La carenza di manodopera è oggi uno dei principali ostacoli alla crescita: servono regole più efficaci, trasparenti e in grado di rispondere a una realtà già in movimento.