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26/09/2025 14:02
Una festa del salame d’oca, in cui però le oche non ci saranno. Non a causa dell’aviaria, ma della politica che sta dividendo la città. Accadrà per il secondo anno consecutivo a Mortara dove, in un clima ancora una volta irreale, la festa del salame d’oca si sta avvicinando senza le sue manifestazioni simbolo e le sue protagoniste principali. Le oche, appunto.
Non sono un mistero le polemiche che ogni anno accompagnano l’organizzazione di quella che una volta era la sagra del salame d’oca a Mortara. Sì, perché a causa delle tensioni che si protraggono tra il Comune, rappresentato dal vicesindaco facente funzioni Laura Gardella, e il Comitato Sagra, titolare del marchio, non si può parlare di sagra, ma di festa. Così come ben presente nel programma dell’evento. Il comitato alla fine si è fatto da parte, e il Comune ha deciso ancora una volta di andare avanti da solo.
Un braccio di ferro, il cui esempio più lampante è il mancato allestimento per il secondo anno di fila della mostra del palmipede tanto cara ai mortaresi. Il risultato è una festa snaturata nella sua organizzazione. I primi a rischiare di pagare dazio sono proprio i commercianti in una festa che si profila in tono minore, con due serate musicali in piazza Silvabella e il resto degli eventi affidati all’iniziativa singola degli esercenti.
Una festa che, nella nuova impostazione decisa dal Comune, sta quindi cambiando volto. Ancora una volta toccherà agli sbandieratori e al corteo storico delle contrade mantenere viva una festa che negli ultimi anni ha perso molti i suoi eventi simbolici, complici i dissidi tra Comune e Comitato Sagra, non ricomposti con l’avvicinarsi di un appuntamento nato per valorizzare un prodotto, il salame d’oca, tornato a fregiarsi del marchio Igp. Un marchio soffocato, tra ripicche e prese di posizione, di cui alla fine rischia di pagare solo la città di Mortara.