A seguito della chiusura dei reparti di orlatura e pelletteria, attività che vengono svolte all’esterno, la Moreschi ha comunicato il licenziamento di 35-36 lavoratori e lavoratrici.

«Abbiamo chiesto - scrivono Cgil, Cisl e Uil nel comunicato stampa congiunto - in primo luogo un ulteriore sforzo per ridurre i numeri dell'esubero tramite una ricollocazione esterna che, attuata su base volontaria, potrebbe essere fatta tramite il cosiddetto "istituto del distacco" o attraverso un percorso di ricollocazione interno». «Con "istituto del distacco" - spiega Michele Fucci, segretario provinciale della Filctem Cgil - si intende quella procedura attraverso la quale i dipendenti di un'azienda vengono autorizzati a lavorare, per un determinato periodo, in un'altra che ne valuterà o meno l'assunzione, mentre per quanto riguarda la ricollocazione interna, l'idea è quella di sondare se ci siano o meno altri lavoratori, in tutti i reparti della Moreschi, che abbiano la volontà e la possibilità o di andare in pensione o di trovare un altro impiego e lasciare quindi il posto ad uno dei 35 dipendenti in esubero».

Qualora nessuna di queste possibilità andasse a buon fine, le rappresentanze sindacali chiedono «che tutto il percorso - prosegue il comunicato - sia assistito da una adeguata incentivazione all'esodo, accompagnata dal regolare pagamento delle spettanze di fine rapporto, come il Tfr ed i fondi pensione».

Nel 2020 la proprietà della Moreschi è passata dalle mani della famiglia Moreschi a quelle di Luca Scalfi, titolare della Hurley SA, un fondo investimento con sede in Svizzera.

Attualmente i dipendenti sono poco meno di 140 e tutti intorno alla cinquantina. «Dei 35 esuberi - conclude Michele Fucci, segretario provinciale della Filctem Cgil - 10 sono già stati ricollocati. Ora aspettiamo il prossimo tavolo di confronto con la proprietà che sarà il prossimo 15 maggio, sempre nella sede della Moreschi».

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