Nuova protesta della polizia penitenziaria ai Piccolini. La Uilpa denuncia carenze d’organico e scelte organizzative contestate.

Al carcere di Vigevano monta la protesta degli agenti di polizia penitenziaria. Secondo quanto denunciato dalla Uilpa, il sindacato della pubblica amministrazione, il personale sarebbe costretto a turni estenuanti che arrivano anche a 14 ore, senza adeguate tutele né coinvolgimento delle rappresentanze sindacali nelle decisioni.

La denuncia riguarda la trasformazione dell’istituto di via Gravellona in una struttura a regime 41-bis, il cosiddetto “carcere duro”. Un passaggio che, secondo il segretario generale Pierpaolo Giacovazzo, sarebbe stato avviato senza trasparenza: «A Vigevano – sostiene – sono già partiti i cantieri e si stanno effettuando spostamenti di detenuti, ma senza alcun confronto. Anche la direzione sembra subire passivamente scelte calate dall’alto».

Il problema principale, sottolinea la Uilpa, è la gestione del personale. A fronte dei 221 agenti previsti, a giugno ne erano in servizio solo 201. Nel frattempo la sezione femminile di massima sicurezza è stata chiusa e le detenute trasferite altrove, ma al suo posto sarebbero stati inseriti uomini, con il risultato di duplicare servizi e spostamenti: «Doppie cucine, doppi movimenti, postazioni da coprire senza personale aggiuntivo. Una scelta che complica l’organizzazione e scarica tutto sulle spalle di agenti già allo stremo», evidenzia Giacovazzo.

Il sindacato parla apertamente di “disorganizzazione” e avverte: «Se oggi i turni massacranti vengono tamponati con accorpamenti, domani la situazione sarà ingestibile. Non si possono clonare agenti».

La Uilpa chiede quindi al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria un intervento immediato: «Serve un piano serio per evitare il collasso organizzativo e il burnout del personale, già costretto a doppi turni, senza adeguate pause e con migliaia di ore di straordinario arretrate».

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