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07/11/2025 16:06
Il tribunale del Riesame di Brescia ha annullato i decreti di perquisizione a carico dell'ex procuratore di Pavia Mario Venditti, nell'indagine per peculato, in cui è coinvolto con l'ex pm pavese Paolo Mazza. L'accusa è quella di aver ricevuto delle indebite utilità dalla società alla quale la procura di Pavia affidava le intercettazioni. In modo particolare Mazza avrebbe acquisito un'auto a prezzo agevolato. Si tratta del secondo ricorso accolto dal riesame, perché dopo il primo la procura di Brescia, competente su quella di Pavia, aveva di nuovo disposto il sequestro di computer e cellulari. I legali di Mazza avevano sostenuto nella presentazione del loro ricorso, che è stato accolto, che le parole chiave indicate dalla procura era una sorta di cavallo di Troia, per indagare sui procedimenti di Mazza, andando ben oltre le ipotesi di reato contestate. Tra queste c'erano “Alberto Marchesi”, il nome di un imprenditore pavese arrestato nei mesi scorsi per presunte irregolarità in un appalto, noto per essere stato compagno di cella del nipote di Flavius Savu, che ha prodotto un memoriale nel quale spiega che lo zio sarebbe a conoscenza di informazioni riguardo al delitto di Garlasco. L'omicidio di Chiara Poggi, per il quale sconta la pena l'ex fidanzato Alberto Stasi, secondo Savu, sarebbe legato ai presunti festini che si tenevano al santuario della Bozzola. Savu è stato condannato per estorsione all'ex rettore del santuario padre Gregorio Vitali. Non si tratta dell'unico collegamento dell'indagine di Brescia sul Sistema Pavia, che vede coinvolti Mazza e Venditti. La procura di Brescia ha indagato Mario Venditti in un'altra inchiesta per corruzione in atti giudiziari. È accusato di aver ricevuto denaro da Giuseppe Sempio per assolvere suo figlio Andrea nel 2017, quando per la prima volta venne indagato per l'omicidio di Chiara, consumatosi nella villetta di via Pascoli. Proprio in questa indagine nei giorni scorsi sono stati annullati i decreti di perquisizione sempre a carico di Venditti e dei due ex carabinieri Giuseppe Spoto e Silvio Sapone.