Ieri in commissione Attività produttive del consiglio regionale si è tenuto un incontro con Guido Mario scalfi, attuale proprietario del calzaturificio Moreschi.

«La prima audizione in Commissione – ha spiegato Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd promotrice di quest'audizione con il collega Simone Negri - si è tenuta nel settembre 2021, chiesta da un consigliere leghista del territorio. Nel 2023 è stato siglato un accordo tra le parti in cui si accettava il licenziamento di 27 lavoratori, con l'impegno del fondo a mantenere la produzione a Vigevano, e quindi a tenere gli altri dipendenti. Invece, oggi scopriamo che si produce fuori dalla Lombardia e che a Vigevano si licenziano 59 dipendenti, per chiudere la linea di produzione».

La chiusura del calzaturificio avrà un impatto negativo sull’indotto calcolato tra i 15 e i 20 milioni di euro.

«Scalfi – ha chiarito Giovanna Currò, sindacalista della Cgil – ha scaricato tutta la colpa sui dipendenti, accusandoli di assenteismo e di aver perso un ordine di una grande firma a causa di una lavorazione di bassa qualità. Poi sia i presidi davanti all'azienda sia quelli davanti ai negozi di Milano hanno ridotto le vendite e questo, parole sue, avrebbe causato dei problemi di bilancio tali da non riuscire a pagare gli stipendi dei dipendenti. Il problema, per esempio, è che mancano addirittura i fondi previdenziali del 2021 e allora di scioperi non ce n'erano, quindi non sono gli scioperi il problema. Il lavoro deve essere retribuito, come hanno ricordato anche tutti i partecipanti alla commissione».

Erano presenti da remoto anche i sindacati, il sindaco di Vigevano e i rappresentati della giunta, Antonio Palmeri, in rappresentanza del calzaturificio e Scalfi in rappresentanza del fondo di investimento Hurleys.

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